La Nuova Sardegna

Nuoro

«Tolleranza zero con i piromani»

di Francesco Pirisi
«Tolleranza zero con i piromani»

L’ira del sindaco Soddu durante il sopralluogo a Carta Loi: una decina di ettari andati in fumo

28 luglio 2020
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NUORO. Linea ferma da parte del sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, contro gli incendiari che domenica hanno fatto vivere ore da incubo nel quartiere di Carta Loi. «La tolleranza è finita. Da ora in poi aumenteremo i controlli, per perseguire chi mette a rischio l’incolumità della città», ha detto Soddu. Talmente deciso che nel caso il responsabile fosse portato davanti ai giudici del tribunale, il Comune si costituirebbe parte civile. Reazioni normali di chi, insieme ai propri concittadini, domenica ha visto materializzarsi una tragedia, nel quartiere che si distende sotto la zona del Nuraghe e va a costeggiare la circonvallazione, a sud della città. Proprio lì, intorno alle tre del pomeriggio, le fiamme si sono sviluppate, aiutate da temperature sopra i 35 gradi e una brezza in grado di fare avanzare il rogo. La situazione è apparsa complicata, anche perché qualche chilometro più in là, nella pineta di Ugolio, è partito un altro incendio. I soccorsi si sono divisi, ma su quest’ultimo incendio l’opera di spegnimento ha dato frutti immediati. E così vigili del fuoco, uomini del Corpo forestale e di Forestas, insieme a diversi volontari, hanno concentrato forze e mezzi a Carta Loi. Mentre la polizia stradale ha governato il traffico nelle aree limitrofe. Ripetuti i lanci di liquido ritardante da parte dell’elicottero, partito dalla base di Farcana, sull’Ortobene. Il lavoro capillare non è riuscito a spazzare via anche la tensione.

Anzi, quando le fiamme si sono avvicinate a un’azienda agricola, la difficoltà è aumentata e così le fiamme, sospinte dal vento. Lancio dopo lancio, dal cielo e dai mezzi impegnati a terra, alla fine il punto critico è stato messo alle spalle, tanto che nessun danno è stato patito da animali e tantomeno persone. Ma era tutto fuorché finito. La preoccupazione maggiore si è avuta quando a essere insediate dalle fiamme sono state le abitazioni del quartiere. Una linea di fuoco ha camminato lungo il confine. La stessa che delimita la galleria di Mughina, chiusa al traffico prima che potessero nascere pericoli per gli automobilisti. Operazioni compiute in raccordo con la Prefettura, alle quali ha preso parte lo stesso sindaco, Soddu. Così sin alla sera. L’elicottero e gli uomini a terra hanno continuato a buttare acqua e liquido ritardante nei punti sino a qualche momento prima segnati dal fuoco vivo, prima di bonificare l’area ed evitare ritorni di fiamma. Una stima fatta dai vigili del fuoco parla di una decina di ettari bruciati, tra macchina mediterranea e sterpaglia. Ma il rischio è stato ben più ampio del danno alla vegetazione. Tanto più che anche quest’anno il capoluogo barbaricino è spesso sotto l’obiettivo dei piromani. Tra i punti più colpiti ancora una volta quelli a sud della città. Forse anche perché nelle ore di poco traffico e lontano da occhi che potrebbero fotografare e riferire, è facile appiccare le fiamme e scappare. Via, lungo una strada che consente di entrare e confondersi nel traffico cittadino, oppure prendere il largo verso la SS 389, da una parte, o la provinciale per Oliena e Orgosolo, a oriente. Punti dove le forze di polizia, a iniziare da quella locale, vigileranno ancora di più. Secondo quando ha affermato dal sindaco Soddu, che ha vissuto in prima persona l’antefatto di quello che poteva diventare un dramma, tanto da sbottare: «La tolleranza è finita». Quanto di grave sia successo domenica pomeriggio, è stato ancora più chiaro ieri, durante un sopralluogo delle forze dell’antincendio. Oltre le fiamme, non è stata spenta la paura. Quella di chi si sente sempre esposto a un’arma di distruzione facile da usare e difficile da combattere.

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