La Nuova Sardegna

SAGAMA. Quattro roghi, uno dei quali ha pericolosamente lambito l’abitato, in tre giorni. Troppi per non pensare alla mano dell’uomo come causa, forse di una singola persona, è l’ipotesi che gira in paese. Le piogge delle scorse ore probabilmente daranno una mano, e non solo in Planargia, ad una tregua, ma a Sagama la scorsa settimana forze in campo e impegno sono stati quasi giornalieri per il piccolo esercito che, da terra e dall’aria, si è dovuto mobilitare. «Per tre giorni siamo stati praticamente sotto assedio. Un pazzo o forse semplicemente un criminale ha attaccato il territorio mettendo a dura prova le squadre antincendio e gli abitanti» dice il comandante dei barracelli di Sagama, primo baluardo antincendio, Mario Antioco Sanna.

Il primo rogo nel pomeriggio del 25 agosto, a Costa ‘e Piras, vicino alla strada fra Tinnura con Sagama. Neanche il tempo di chiudere con la bonifica e il fuoco divampa a Nuraghe Funtanedda, in un canneto alla periferia del paese. Da qui i tizzoni trasportati dal vento innescano un incendio oltre la strada, vicino al nuraghe Muristene. Dove le squadre di barracelli in arrivo da diversi centri della Planargia, Forestas, Vigili del Fuoco e un elicottero, coordinati dal personale della Forestale, ingaggiano una corsa contro il tempo per evitare che le fiamme si avvicino alla casa di riposo per anziani. Il 26 agosto un altro rogo, sempre ai margini della provinciale 34, parte da Cudinatta e raggiunge la zona di Oltiscias. Infine il 27 agosto ancora fiamme a Costa ‘e Piras, che impegnano Barracelli di Sagama, Magomadas, Modolo e Suni, Forestale, Forestas ed un elicottero. Senza contare l’aiuto di tanti sagamesi che collaborano nelle operazioni di spegnimento, ed ora anche come “vedette” a tutela del territorio. (al.fa.)