La Nuova Sardegna

Nuoro

aritzo/la storia 

Il cardiochirurgo Aresu torna nei luoghi della sua giovinezza

di Giovanni Melis
Il cardiochirurgo Aresu torna nei luoghi della sua giovinezza

ARITZO. C’era un bambino che sognava di diventare medico e un autista che lo accompagnava a casa con lo scuolabus, scambiava con lui tante chiacchiere. Una storia che inizia tra le pittoresche viuzze...

02 settembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





ARITZO. C’era un bambino che sognava di diventare medico e un autista che lo accompagnava a casa con lo scuolabus, scambiava con lui tante chiacchiere. Una storia che inizia tra le pittoresche viuzze di Aritzo, dove l’aria frizzante si sente anche in estate. Dove i destini si intrecciano e le trame della vita separano persone e luoghi per un periodo. E poi le fanno d’improvviso ritrovare. Quel ragazzino, che ora ha 42 anni è il chirurgo Giuseppe Aresu, padre aritzese e madre dell’oristanese e quell’autista è Gualtiero Mameli, ed ora è sindaco di Aritzo. Si sono ritrovati in un caldo agosto proprio in quel borgo che ha visto l’avvio delle loro esperienze. Davanti alla porta del museo intitolato ad Antonio Mura, Giuseppe Aresu ha visitato l’esposizione dedicata al grande pittore aritzese, assieme al sindaco Mameli, ad Antonello Todde e Ignazio Marotto. «Quella di Giuseppe Aresu – dice il primo cittadino – è una gradita visita al museo, di un concittadino che si è costruito una solida fama e che ringraziamo per quanto fa per la salvaguardia del bene primario per l’uomo. La salute e la vita. Per noi il suo è sempre un gradito rientro a casa e un orgoglio per quanto ha fatto nella sua carriera». Impressioni simili per Aresu per il quale «il ritorno ad Aritzo è sempre bellissimo. Si respira un ambiente particolare, si recuperano belle sensazioni e poter vedere anche l’impegno per la tutela della cultura fa veramente piacere». Aresu fino ai 14 anni ha vissuto in paese. Poi il trasferimento nell’oristanese ed a Cagliari dove si laurea. «Ho frequentato l’ultimo anno del corso di studi a Lione in Francia – aggiunge il chirurgo – dove ho avuto il mio primo vero incontro con la chirurgia cardiotoracica. Dopo questa prima esperienza ho deciso di specializzarmi in chirurgia cardiotoracica. Ho iniziato la specializzazionea Sassari e dopo meno di un anno ho continuato la mia formazione fra Padova e Udine». Nel 2009 il trasferimento a Bristol dove, terminata la specializzazione, ha iniziato il PhD in collaborazione con l’università di Udine. La chiave di volta è stato il trasferimento all’ospedale di Cambridge e quindi in Cina. «Fra il 2015 e 2016 sono stato allo Shangai Pulmonary hospital (il più grande ospedale al mondo di chirurgia toracica ndc) dove ho sviluppato ulteriormente le tecniche mini invasive. La collaborazione con questo ospedale continua fino ad oggi e ha portato a scambi e alla pubblicazione di numerosi articoli scientifici e due libri». A Cambridge i suoi interventi di chirurgia mediastina con paziente non intubato e per la prima volta al mondo interventi di resezione polmonare per tumori con tecnica sottoxifoidea con paziente non intubato, sono rivoluzionari. Aresu compie un capolavoro di chirurgia, operando con tecniche innovative un uomo al quale era stato diagnosticato un tumore polmonare. Un intervento che ha fatto parlare di lui in tutto il mondo, finito nelle migliori riviste e media specializzati e non. «Abbiamo lavorato tanto – evidenzia Aresu – per raggiungere questo risultato e sono convinto che la tecnica ci consentirà ulteriori risultati. Spero un giorno di poter mettere al servizio della Sardegna le mie conoscenze. E avrò sempre piacere di tornare qui, dove è iniziata la mia storia».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative