La Nuova Sardegna

Nuoro

Moro: «A casa mia non accetto imposizioni romane»

di Francesco Pirisi
Moro: «A casa mia non accetto imposizioni romane»

L’ex coordinatore dei Riformatori spiega le sue dimissioni Via dal tavolo del centrodestra. «C’erano altri oltre Sanna»

06 settembre 2020
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NUORO. Prima la città. Mentre, per le logiche di partito ci potrebbe essere il secondo tempo, o il terzo, se proprio lo si vuole. Nelle trattative politiche per le comunali il coordinatore cittadino dei Riformatori, Gianfranco Moro, un’azienda costruita nel ramo delle assicurazioni, non ha trovato i punti di riferimento sulla scaletta delle priorità, e cinque giorni fa con una comunicazione dal cellulare ha lasciato l’incarico nel partito e il tavolo del centro-destra per le comunali a Nuoro, del 25 e 26 ottobre. Le prime considerazioni post-dimissioni: «Ho pensato che fosse meglio dedicare il tempo al lavoro, che racchiude i miei interessi professionali ed economici». Moro dal tavolo della coalizione si era già auto-sospeso a giugno, in concomitanza con la notizia che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia a Roma avevano spartito gli incarichi di candidato a sindaco per le maggiori città al voto in autunno. Il malumore non sembra mai sfumato del tutto. Pur in presenza di smentite, da parte dei dirigenti dei tre partiti in questione, sull’attuabilità a Nuoro dello schema nazionale: «Vale solo nelle formazioni a tre. Quando ci sono più liste, tutti possono fare la proposta».

L’ex coordinatore dei Riformatori non si è però mai iscritto alla lista dei convinti, rispetto alla “rettifica” portata al tavolo. Tanto che ancora in questi giorni ha ribadito: «Non sono uno che nella sua città accetta imposizioni da Roma o da Cagliari. Questo vale sia se le indicazioni fossero frutto di logiche di alleanze, sia che arrivassero dal partito». Un nome, uno solo per il momento è saltato fuori dallo stretto riserbo degli interessati. Quello di Pietro Sanna, architetto, 53 anni. Sarebbe il candidato di Lega e sardisti. Ma potrebbe anche mettere d’accordo tutti. Gianfranco Moro sul fatto va a regime alternato: «La persona è di qualità. Sul fatto che possa essere lui il candidato aspetterei ancora a dirlo, considerato che sul tavolo c’era anche qualche altro nome (uno è quello dell’avvocato Basilio Brodu, ndc, di Forza Italia)».

Ma dove Moro sembra togliere la “corrente” è sul metodo: «Nuoro non gradisce imposizioni sui nomi. Questo lo si dovrebbe evitare quando si andrà a definire la designazione. Io per la verità qualche persona, in grado di apportare idee e capacità, l’avevo proposta. Ma non se n’è fatto nulla». Dopo il poco uditorio sul modo con cui scegliere il capolista, Moro lascia anche senza essere riuscito a ricompattare la coalizione. Gli rimane nella mente il vuoto per l’uscita a giugno di tre delle quattro sezioni cittadine del Psd’Az: «C’è stata la perdita di una parte non piccola dei sardisti. Altra cosa, se ne è andato con loro Giuliano Sanna, l’ex assessore comunale. Per me rappresentava uno dei nomi spendibili per stare alla testa dello schieramento, avendo dalla sua forza politica e capacità amministrative».

Gianfranco Moro dà uno sguardo d’insieme sulle votazioni, ma con obiettivo fissato sui destini del centro-destra, civico e sardista: «L’unica possibilità di un’affermazione è quella di andare uniti. Ma a Nuoro rispondiamo bene al detto sardo “chentu concas, chentu berritas”, e puntiamo sempre alla leadership del nulla. Io vorrei avere poco di tanto, piuttosto che molto del niente». C’è ancora uno sguardo ai Riformatori, guidati sino a qualche giorno fa, e di cui oggi non sarebbe più garantita la presenza nell’alleanza: «Io, la lista l’avrei garantita. Ora la vedo dura».

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