La Nuova Sardegna

Nuoro

Sferrò un pugno all’agente il boss Mallo a processo

Sferrò un pugno all’agente il boss Mallo a processo

Detenuto a Badu ’e Carros, due anni fa aggredì una guardia del penitenziario La parte offesa: «Gli feci richiamo disciplinare per dei cd che non poteva avere»

12 settembre 2020
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NUORO. Detenuto nel carcere di Badu’e Carros per altro reato, Walter Mallo, 30 anni, ritenuto il capo di uno dei gruppi criminali più pericolosi della periferia nord di Napoli, ieri non era presente in aula al processo che lo vede imputato per lesioni personali, davanti al giudice Giovanni Angelicchio. Secondo il pubblico ministero Francesca Piccu, il boss del rione Don Guanella, noto anche per avere una lacrima tatuata sul volto, e difeso dall’avvocato Giuseppe Casu, l’8 febbraio 2018, aveva sferrato un pugno all’agente di polizia penitenziaria, Luca Cabboi che aveva perso l’equilibrio finendo rovinosamente a terra.

L’uomo aveva riportato escoriazioni sulla parte sinistra del collo e un trauma al polso destro, guaribili in 10 giorni. Ieri mattina sono stati sentiti due testi dell’accusa: l’agente Cabboi (parte offesa) e un collega che quel giorno aveva assistito all’accaduto. «Stavamo percorrendo un lungo andito all’interno del penitenziario – ha detto Luca Cabboi – quando ho incrociato Walter Mallo in compagnia di un collega che lo stava trasferendo da una sezione all’altra. All’improvviso il giovane, dopo aver pronunciato la frase “Ah! Eccolo qui”, mi si è scagliato contro cercando di ferirmi al volto. Sono riuscito a schivare il pugno ma sono stato colpito all’altezza della clavicola. A quel punto – ha aggiunto l’agente penitenziario – ho perso l’equilibrio e sono finito a terra. Mallo poco prima era dal direttore del carcere». Alla domanda del pubblico ministero, sul perché il detenuto napoletano fosse risentito nei suoi confronti, Cabboi ha risposto: «Gli avevo fatto un richiamo disciplinare perché aveva tentato di impossessarsi di alcuni dvd e cd che non doveva avere». Oggetti che in qualche modo qualcuno era riuscito a far entrare all’interno delle mura del penitenziario, e a far avere al detenuto che, una volta scoperto, non avrebbe sopportato il “richiamo” da parte dell’agente. Dopo Cabboi è stata la volta di Maurizio Cappeddu che ha riferito i momenti dell’aggressione all’agente.

«È stato un attimo – ha detto l’agente –. Mentre stato accompagnando il detenuto nella sua sezione, dove eravamo quasi arrivati, abbiamo incrociato Cabboi. Walter Mallo ha pronunciato qualcosa che non ho ben capito; poi ha sferrato un pugno in direzione del mio collega, ferendolo. Per paura che lo colpisse ancora quando era a terra, ho cercato di bloccarlo e poi l’ho accompagnato nella sua cella». Prossima udienza il 28 ottobre, anche se il boss napoletano, sarà a processo lunedì per un altro episodio analogo. (k.s.)



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