La Nuova Sardegna

Nuoro

Baronia, morìa di api Sotto accusa l’utilizzo dei pesticidi

di Sergio Secci
Baronia, morìa di api Sotto accusa l’utilizzo dei pesticidi

Siniscola, apicoltori sul piede di guerra: perdite fino all’80% Il presidente dell’associazione apicoltori chiede interventi

18 settembre 2020
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SINISCOLA. C’è chi si è ritrovato l’apiario semivuoto con perdite che arrivano in alcuni casi al novanta per centro delle famiglie. Gravissima morìa di api nei giorni scorsi a Siniscola, a lamentare perdite sono tutti gli apicultori che fanno parete dell’associazione locale. «Siamo di fronte ad una catastrofe e ho il dovere di rendere pubblica questa situazione», dice il presidente dell' associazione apicoltori Tore Guiso. «Molti apicoltori di Siniscola e dei paesi vicini, hanno trovato i loro apiari decimati, con perdite fino al 70-80%. Nella mia esperienza di apicoltore non ho mai assistito a un fenomeno così violento e massiccio e le e cause possono essere molteplici e diverse, ma evidentemente non si stanno prendendo misure adeguate e concrete perché a monte di questo sterminio, potrebbe esserci l'uso selvaggio e indiscriminato di pesticidi, fungicidi e antiparassitari in agricoltura. La morte delle api in così grande numero va tenuta in seria considerazione – conclude –. Chiediamo l'aiuto delle autorità, affinché situazioni come quelle che stanno affliggendo gli apicoltori non si verifichino più». La situazione più grave si è verificata nella piana tra Siniscola e La Caletta ma segnalazioni di apiari decimati arrivano da tutto il territorio baroniese e in tanti parlano di un utilizzo indiscriminato del dimetoato o di altri prodotti per curare le olive, che potrebbe essere la causa di tutto ciò. «Quest'anno gli oliveti sono carichi e potrebbe esserci stata, come dopo ogni pioggia, una medicatura delle olive molto forte, se non esagerata – dice l’ apicoltore –. Il principio attivo che viene utilizzato nei prodotti è un veleno letale per le api e anche il solo passare in volo nel campo dove è stato utilizzato provoca un ecatombe. È solo un’ipotesi. Sicuramente troppo spesso vi è un uso smodato e non sempre necessario dei pesticidi che influiscono sul sistema radar delle api impedendo loro di rientrare nell’arnia. Diciamo che al dimetoato ci sono alternative coerenti con l'ambiente – conclude l’apicoltore – come trappole a feromoni, caolino ed altri prodotti biologici che limitano la diffusione della mosca». Sul banco d’accusa ci sono comunque anche i pesticidi che si usano nelle colture ortive ma c’è chi come un apicoltore di San Giovanni punta il dito sui prodotti utilizzati per la lotta alle zanzare «Sono passati da poco a medicare in tutta la zona, in maniera massiccia sia con i diffusori che mettendo un prodotto nell'acqua. Per le zanzare hanno sempre medicato ma lo hanno fatto durante la primavera o a inizio estate, quando le api sono forti e anche piccole perdite possono essere reintegrate dall'alveare, mentre in questo periodo con le api stanche e sottoposte a trattamenti antivarroa ed in carenza di fioriture il contatto potrebbe essere stato letale».

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