La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Psi ricorda Peppino Catte padre della riforma agraria

di Francesco Pirisi
Il Psi ricorda Peppino Catte padre della riforma agraria

La figura del politico sarà al centro dell’inaugurazione di un circolo socialista Ideò la legge regionale che nel 1976 pose le basi per l’allevamento moderno  

03 ottobre 2020
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NUORO. In città domani sarà ricordato Peppino Catte, classe 1916, il padre della riforma agro-pastorale degli anni ’70. L’occasione è l’inaugurazione del circolo socialista intitolato all’esponente politico originario di Oliena, scomparso nel 1975, che del Psi fu uno degli esponenti più in vista nell’isola. La cerimonia è prevista per le 11,30, nella sede di via Roma. La figura di Catte sarà delineata con una prolusione di Totore Piras, già presidente della Provincia. Parteciperà all’incontro il figlio di Catte, Pietro, dirigente della Banca d’Italia. Previsti anche gli interventi del sindaco Andrea Soddu, del segretario regionale del Psi, Gianfranco Lecca, e del nuovo circolo, Francesco Satta. Il nome di Peppino Catte è legato alla legge che in Sardegna segnerà il nuovo corso dell’agricoltura, capace di un cambio di passo da situazioni e metodi definiti omerici, a un settore moderno, dove il pastore avvia i suoi primi passi di imprenditore delle campagne. La linea era quella tracciata dalla commissione parlamentare d’inchiesta, che qualche anno prima aveva cercato di leggere e capire i fenomeni di banditismo, allo scopo di contrapporvisi. Il ruolo di Catte da un’intervista a Pietro Tandeddu, dirigente agricolo: «Catte in un’audizione alla commissione parlamentare aveva dato un contributo su questo problema. Intervenendo anche in Consiglio regionale, nel settembre del 1966 – ricorda Tandeddu – aveva affermato che alla base del malessere e, quindi, della delinquenza c’era anche la precarietà della condizione del pastore. E solo la trasformazione dell’ambiente, così come delle strutture economiche e sociali, con il popolamento delle campagne – aggiunge Tandeddu – avrebbero consentito la soluzione del problema». Peppino Catte, che ha ideato la riforma da assessore regionale dell’Agricoltura, non farà in tempo a vedere approvata la legge che la conterrà, la 44 del 1976. Vi sono presenti i presupposti per superare la polverizzazione delle aziende e la condizione di tanti pastori ancora privi di terra. La morte improvvisa lo aveva colto l’anno prima, durante un incontro con i compagni del Sarcidano. La riforma è il punto terminale di una parabola politica che l’amministratore di Oliena aveva iniziato sin da giovane. Lo si ritrova nei movimenti democratici che succedono alla fine guerra e del fascismo. Il suo primo partito è quello comunista. Vi militerà sino al 1956. L’invasione dell’Ungheria dei sovietici lo spinge ad allontanarvisi. Lo accoglie il Psi e Catte vi trova teoria e pratica adeguate ai suoi ideali di giustizia e uguaglianza, approfonditi con la lettura di Gramsci e il ruolo degli intellettuali. L’altra parte dell’uomo- Catte è quella che lo vede docente di lettere nei licei di Nuoro. Prima che la carriera politica prenda il sopravvento, con l’elezione in Consiglio regionale nel 1965 e le conferme nel ’69 e ’74.

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