La Nuova Sardegna

Nuoro

Giovani e lavoro, le proposte

di Simonetta Selloni
Giovani e lavoro, le proposte

I candidati a sindaco: sostegno all’istruzione per creare occasioni di occupazione

22 ottobre 2020
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NUORO. Oggi e domani. La campagne elettorale per le amministrative 2020 vive gli ultimi giorni, condizionata dalle restrizioni covid che hanno bloccato i comizi (è saltato quello di Salvini in programma per oggi) e spostato il dibattito sulle piattaforme web. Ma anche per strada: diventato luogo ideali per i candidati per misurarsi con due delle tematiche più importanti: i giovani e il lavoro. «Rilevo la mancanza degli spazi per i giovani», sottolinea Francesco Guccini (Guccini sindaco). «Non hanno una discoteca dove andare, l’anfiteatro che ospitava i concerti è fuori uso. E poi penso sia necessario anche parlare del recupero di altri spazi, come quelli dedicati allo sport, e crearne di nuovi anche in rapporto all’Università». Secondo Guccini, sugli spazi si deve ragionare anche in tema di lavoro. «Per rilanciare il lavoro si deve puntare sul Polifunzionale di via Roma. Potrebbe essere messo a disposizione degli artigiani secondo le modalità del coworking, diventare una sorta di show room, una fiera permanente dove ci sia il marchio dei prodotti di Nuoro. Il marchio dovrebbe radunare le eccellenze: il filo conduttore è come sempre fare sistema, mettersi insieme. Accanto alla qualità ci sarebbe così anche la quantità».

«Molti giovani di Nuoro fanno parte di gruppi musicali, ma non hanno un posto dove andare – dice Carlo Prevosto (Pd) –. Per loro, ma un po’ per tutti i ragazzi, penso si debbano utilizzare strutture comunali abbandonate, ad esempio il Centro polivalente. Quindi, realizzare la mensa universitaria e la Casa dello studente né una mensa: significherebbe allargare di molto la base degli universitari. E sul tema lavoro, ci sono due esempi importanti: il Parco di Tepilora, che sta rapidamente attirando finanziamenti importanti, e la realizzazione dell’Einstein Telescope, nella miniera di Sos Enattos a Bitti. Un investimento di un miliardo e mezzo, un centro di ricerca dell’Unione europea che può far lievitare a 12 miliare gli investimenti. Siamo in competizione con un sito tra Olanda, Belgio e Germania, la nostra debolezza è infrastrutturale. Nuoro è fuori da tutto, il Comune non si è ai mosso».

«Vedo con preoccupazione che questa città non è connessa con i giovani, non c’è un motore che li metta insieme, e di conseguenza, vanno via per studiare e non tornano», è l’opinione di Ciriaco Offeddu (Rivoluzione civica). «Non ci sono servizi per loro, anche l’Università non ne garantisce, non hanno luoghi di aggregazione e quindi restano lo stretto necessario per poi andare via». Offeddu ritiene che si debba avere un atteggiamento di maggiore ascolto per i giovani tenendo conto della velocità con la quale corre la tecnologia. «Rendere la città vivibile e creare lavoro sono problematiche che si intersecano e hanno anche a fare con la formazione che deve essere aperta alle tecnologie, per essere al passo con il resto del mondo». Tra i settori sui quali puntare, la cultura e il turismo, di cui si parla in modo più specifico in questa stessa pagina.

Parte da una lunga analisi socio-linguistica Alessandro Murgia (M5S)per parlare di giovani e lavoro: «La Sardegna è una delle regioni a più altro tasso di abbandono scolastico, e Nuoro, con Napoli, è il fanalino del fanalino. Ricerche storico-antropologico hanno dimostrato che c’è uno stretto rapporto tra l’abbandono scolastico e la violenza linguistica alla quale sono sottoposti i nostri giovani. Avvicinarli alla cultura, ma nella loro lingua madre, è dirimente, ma solo di recente le leggi hanno dato il rilevo corretto alla protezione delle minoranze linguistiche. Il senso è che se vogliamo puntare sull’economia e la nostra è indissolubilmente legata all’identità, alla cultura agroalimentare, dobbiamo proporre modelli genuini, non fotocopie di Rimini. Ecco perché la questione della lingua pesa sul profilo economico: ove questo avviene, per esempio Bolzano, o Barcellona, c ’è un immediato riscontro».

Il lavoro è, secondo il sindaco uscente Andrea Soddu (La scelta giusta), «la preoccupazione più importante per un amministratore. Il Comune non può creare lavoro, ma deve favorire le condizioni perché le imprese lo creino. Noi vorremmo farlo con la nostra idea un po’ visionaria che propone una città accogliente per l’offerta culturale di livello». Le chiavi di questo programma sono «L’Università, che intendiamo potenziare, e il Monte Ortobene come proposta di Parco all’aperto e modello economico». La realizzazione passa per la «Città smart. Il lockdown ha fatto tornare molti giovani e ha dimostrato come sia fondamentale disporre di una robusta fibra, che stiamo portando in tutta la città. C’è quindi il Progetto commercio: attraverso un partenariato pubblico-privato, tra Comune e centri commerciali naturali».

Rilanciare il settore della cultura e l’Università, anche con l’attivazione di nuovi corsi professionali: è il programma di Pietro Sanna (Centrodestra). «A Nuoro ha sede l’Areus, c’è la Protezione civile, si possono stimolare nuovi corsi che diano risposte concrete ai giovani in termini di occupazione». Uno dei pilastri dell’azione di Sanna, anche sulle tematiche giovani-lavoro, è il centro storico: «Noi lo vogliamo rivitalizzare valorizzando gli arti e i mestieri, siamo disposti a sostenere i giovani che dovessero rientrare a Nuoro con voucher di inserimento nel lavoro. Questo attivando anche i fondi europei dedicati. Anche il ruolo di Pratosardo, in questo senso, può creare nuove opportunità di lavoro qualificato.

Il coinvolgimento deli attori economici e delle forze sindacali, è la proposta di Lisetta Bidoni (Progetto Nuoro 20.25): «Servirà anche istituire una Consulta sul lavoro, sviluppo, innovazione e welfare, che annualmente produca un rapporto sulla situazione economica. Vogliamo rivisitare il piano commerciale e adattarlo alle realtà cittadine, rilanciando i centri commerciali naturali connessi con il centro storico ma anche Pratosardo, con la realizzazione di un centro agroalimentare con la “piazza contadina” itinerante, per le produzioni locali». Quattro le azioni per i giovani: garantire istruzione e formazione di qualità, individuare luoghi di aggregazione nel territorio, recuperare l’educazione da strada, e istituire un osservatorio permanente dell’infanzia e dell’adolescenza.

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