La Nuova Sardegna

Nuoro

Massimiliano Cossu: Portale Sardegna resta in città e cresce

di Paolo Merlini
Massimiliano Cossu: Portale Sardegna resta in città e cresce

«Condivideremo il nostro modello con un gruppo nazionale» Un 2020 nero per la società quotata in Borsa: calo del 70%

22 ottobre 2020
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NUORO. È bastato un post sui social di Massimiliano Cossu, amministratore di Portale Sardegna Spa («Non chiedetemi chi voterò alle comunali, mi trasferisco a Milano e dunque il problema non si pone») perché si diffondesse il timore che, insieme con il fondatore, lasciasse Nuoro e l’isola la seconda azienda sarda quotata in Borsa (sia pure all’Aim, il mercato delle piccole e medie imprese). Tutto il contrario, assicura Massimiliano Max Cossu, dopo che il suo telefono vibra ininterrottamente da giorni. «Mi trasferisco a Milano, la mia seconda città dopo Nuoro, perché Portale Sardegna cresce, pur restando saldamente legato all’isola».

Quali sono le novità?

«Portale è diventato un tour operator non più specializzato sulla regione Sardegna ma sarà su base nazionale, perché un importante gruppo del settore, di proprietà di Costa Crociere e Alpitour, Welcome Travel, ha deciso di sviluppare assieme a noi il progetto Welcome to Italy, cioè replicherà su scala nazionale il modello di incoming che si basa sulla tecnologia e sul modello dei local expert del territorio che abbiamo avviato mesi fa. Il progetto, oltre che mettere a disposizione un canale distributivo fatto di 1200 agenzie di viaggio, prevede che una parte di queste agenzie possano diventare Italy local expert. Dunque anche i nostri sardinian local expert lo diventeranno».

Questo significa che Portale Sardegna perde autonomia?

«Assolutamente no, è una partnership, ognuno fa la sua parte. Condivideremo le tecnologie, il modello di business e saremo il tour operator di riferimento per tutte vendite non solo dell’isola ma nazionali».

L’esperienza dei local expert, concepita prima del Covid, come è andata?

«È stata l’esperienza più appassionante della mia vita. Durante il lockdown 30 imprenditori in tutta l ’isola si sono stretti intorno per creare le condizioni che ci hanno consentito di varcare i confini regionali. Invece che piangerci addosso abbiamo inventato nuovi modelli. Come il magazzino digitale di materie prime turistiche, la fabbrica prodotto 4.0 e il nuovo approccio, appunto i local expert».

Un modello organizzativo che ha dovuto affrontare la più difficile delle prove, una pandemia. Qual è il primo bilancio?

«Abbiamo concentrato le energie sul futuro e creato opportunità, non avendo leve per agire sul presente. Di fronte a una pandemia, 30 startup, i local expert, a rigor di logica sarebbero dovute scomparire. Invece stiamo aprendo i Portale Sardegna point in tutta l’isola (a Nuoro è nella sede societaria in via Mannironi, ndr)».

All’inizio dell’estate avete lanciato lo slogan Sardegna isola sicura, in una fase in cui sembrava che il peggio della pandemia fosse alle nostre spalle. Nel giro di qualche settimana siamo diventati un’isola ad alto rischio Covid dopo i casi della Costa Smeralda.

«Sardegna isola sicura prendeva in esame la filiera prettamente turistica, a partire dalla navi, le strutture ricettive, gli appartamenti. Abbiamo costituito un codice di autodisciplina che non si è sostituito alle norme statali e regionali ma vi si affiancava. Voleva lanciare un messaggio: la Sardegna è sensibile a questo tema. I problemi di Covid non sono nati nelle strutture ricettive ma altrove».

Avete subìto danni?

«Abbiamo appena pubblicato il bilancio del primo semestre 2020. Il calo del fatturato complessivo è superiore al 70 per cento. Ma guardiamo avanti e restiamo qui. La mia presenza a Milano è richiesta per ovvi motivi, ma Portale Sardegna è orgogliosamente nuorese e continuerà a restare qui».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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