La Nuova Sardegna

Nuoro

Per rilanciare l’economia si punta su turismo e cultura

Per rilanciare l’economia si punta su turismo e cultura

La valorizzazione del sistema museale quale richiamo per i visitatori Al centro dei programmi il ruolo svolto dalla Biblioteca Satta

22 ottobre 2020
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NUORO. Come un filo unico che si lega al lavoro e ai giovani: così si saldano i temi del turismo e della cultura nell’idea della Nuoro che verrà.

E così, Lisetta Bidoni, ritiene che «Cultura, Università e turismo devono camminare insieme, Nuoro è stata identificata come l’Atene dei sardi e noi intendiamo valorizzare al massimo il capoluogo, il suo centro storico e il sistema museale, come polo culturale anche per un turismo di qualità che passa dalla valorizzazione della Biblioteca Satta, dell’Istituto regionale etnografico e dell’Università». In particolare, Bidoni propone il potenziamento delle facoltà di Scienze forestali e ambientali, per attirare studenti anche da fuori Nuoro e fuori dalla Sardegna. Inoltre, per assecondare la vocazione del territorio, l’istituzione di un Polo regionale di studi sull’agroalimentare. Si aggiunge la proposta della realizzazione nel Centro polifunzionale venga di una Biblioteca dei popoli».

Pensa invece, Pietro Sanna, a una rete museale da potenziare e connettere con il sistema museale provinciale, passando per il Museo Nivola di Orani e il Museo delle Maschere, tanto per citarne due. «Se il Monte Ortobene diventa un volano anche turistico, ci sono le strutture sportive, quelle ricettive, per esempio l’Esit. Il discorso riguarda anche il lavoro: pensiamo ai servizi di supporto al turismo, ci sono già sette percorsi naturalistici, si potrebbe realizzare un percorso delle fontane che abbracci le 33 sorgenti del Monte, o le vie di arrampicata, ce ne sono già sei censite nelle riviste di settore. E non dimentichiamo Lollove, villaggio medievale. Penso al modello Salisburgo: ovunque c’è Mozart. Perché non possiamo pensare noi a caratterizzare Nuoro con Grazia Deledda?».

Per Andrea Soddu, Nuoro si deve candidare a essere la patria dei turismi attivi e sostenibili: «Non dobbiamo snaturare la nostra identità. Ci deve essere una coesione commerciale, il collegamento con eventi speciali da valorizzare. Penso che in questo ragionamento la Biblioteca Satta abbia il fondamentale ruolo di cultura come propulsione della democrazia, come diceva Gramsci. La biblioteca deve incontrare le nuove tecnologia e diventare il centro della lettura sociale, sul modello delle Public Library di New York o di Copenaghen. E credo che debba anche recuperare il legame con i paesi del Consorzio, una trentina». E sempre per valorizzare la biblioteca, punto centrale del cuore del percorso culturale di Nuoro, la sezione sarda sarà arricchita con gli archivi comunale, di Stato e diocesano.

Due i punti sui quali si focalizza il programma di Alessandro Murgia: la Biblioteca Satta e la necessità del rilancio del sistema museale. «La Satta è un servizio essenziale, e non è soltanto perché frequentatissima da tanti ragazzi. Lo è nel sistema scolastico, nel sistema culturale e nella storia della città. Chiaro che per quanto riguarda il sistema museale, sia fondamentale anche quale polo attrattore di un turismo importante e qualificato. Ma bisogna profondamente rivederlo. Penso al Museo etnografico di Aggius, un paese piccolo con una struttura con i fiocchi, così come lo è il Museo del banditismo. Ecco, sono strutture di cultura dinamiche, dove davvero si viene presi per mano e la storia, l’etnografia, non sono solo raccontate da un appassionato, peraltro in pensione, professore; addirittura quasi messe in scena».

Secondo Ciriaco Offeddu è necessario che il sistema museale restituisca subito l’identità di quello che Nuoro è declinata in tutti i suoi aspetti. «Nuoro deve diventare la porta per un altro mondo, verso la Sardegna interna, quella più vera. Dobbiamo invertire i processi, realizzare un sistema che porti i turisti in città e li faccia restare per condurli, magari anche attraverso un biglietto unico, per l’Etnografico, il Tribu, il Man. Ora non c’è un filo conduttore, ogni museo sembra costituire una repubblica a sé. Tutta la città va ripensata come un grande museo, sul modello Galtellì, dove le guide turistiche più efficaci sono gli stessi abitanti. Dobbiamo essere capaci di raccontare il nostro territorio anche attraverso la cultura del vino, del cibo. Ma in modo professionale». Sul ruolo della Biblioteca, Offeddu sottolinea che i nuoresi «dovrebbero difenderla con i denti, a costo di sostenerla con un azionariato popolare».

Secondo Carlo Prevosto, anche sulla cultura è necessario fare sistema con una gestione pensata dei suoi beni: i Musei, la Biblioteca, che ora vanno ognuno per conto proprio, hanno bisogno di essere interconnessi, ma anche con il territorio circostante. «Nuoro, ad esempio, non valorizza i murales di Orgosolo. Non fa sistema con il circondario. Bisogna smetterla di rincorrere il modello dei turisti da tour operator: non è ciò di cui abbiamo bisogno. Qui deve arrivare il turista interessato alla cultura, all’enogastronomia, all’agroalimentare. Ma è, anche in questo caso, un problema di governance, nel senso che tutte le azioni devono essere coordinate dal Comune».

«Abbiamo un territorio fantastico, ma non sappiamo vendere. Oggi soffriamo della continuità territoriale anche interna: si arriva in Sardegna con gli aerei perché con le navi costa troppo, e poi non ci si muove più perché non ci sono i collegamenti. E quindi i turisti ci visitano, e se ne vanno». La vede così Francesco Guccini, che propone un ripensamento del sistema. «Dobbiamo essere accoglienti. Come si fa? Puntando sui nostri valori, sulle iniziative diverse. Potremmo pensare, ad esempio, durante la settimana del Redentore, di uscire con il nostro costume sardo per le strade del capoluogo. I colori, la storia: saremmo una specie di museo etnografico vivente. È solo una delle idee, dovremmo davvero sforzarci di rendere piacevole il soggiorno da noi puntando sui nostri valori culturali, enogastronomici». (simonetta selloni)

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