Marijuana in un deposito: patteggia 2 anni e 2 mesi
di Enrico Carta
Silanus, blitz dei carabinieri nel terreno di un coltivatore di 37 anni Assieme alla cannabis sativa c’erano quasi 15 chili di quella illegale
23 ottobre 2020
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SILANUS. In mezzo alla cannabis legalmente coltivata, c’era qualcosa di diverso. Qualcosa di più forte che non sarebbe finito nelle rivendite legalizzate o nelle mani delle ditte farmaceutiche per creare qualche medicinale. Sebbene già confezionati come se fossero pronti per la vendita, quei quattordici chili e 800 grammi di marijuana sequestrata dai carabinieri della stazione in collaborazione con i Cacciatori di Sardegna non erano destinati ai canali ufficiali della vendita. Soprattutto quella non era cannabis “light”, tanto è vero che è finita immediatamente sotto sequestro, facendo finire prima in manette e poi davanti al giudice Raimondo Giau, 37 anni.
Agricoltore con una florida e autorizzata coltivazione di cannabis sativa, aveva scelto di diversificare la sua attività. Sperava probabilmente di non attirare attenzioni particolari come quelle delle forze dell’ordine, invece due giorni fa si è trovato parecchi carabinieri nell’azienda nella zona di Locutei. Erano troppi e così ha capito che non era la solita verifica per capire se stesse rispettando quanto previsto dalle norme per chi porta avanti le coltivazioni di cannabis legale. Tutto è stato ancora più chiaro quando i militari hanno iniziato a frugare in varie zone del terreno sino al momento in cui hanno controllato dentro una cisterna e un casolare. E hanno fatto centro perché dentro i sacchi di carta c’era proprio altra cannabis, quella illegale e già pronta per finire sul mercato degli stupefacenti.
Da lì al processo per direttissima il passo è stato breve. Ieri mattina Raimondo Giau è finito in aula, dove ha scelto di patteggiare due anni e due mesi dopo l’accordo tra il pubblico ministero Andrea Chelo e l’avvocato difensore Antonello Spada. Il patteggiamento è stato poi ratificato dalla giudice Carla Altieri che ha anche disposto l’obbligo di dimora Silanus per Raimondo Giau che dovrà far ritorno a casa alle 20, anticipando così il coprifuoco che probabilmente riguarderà il resto della popolazione sarda a partire dalle prossime ore. Potrà anche andare al lavoro, ma dovrà stare un po’ più attento a non diversificare troppo le colture perché incapperebbe in ulteriori guai. Dello stupefacente sequestrato, intanto, è stata ordinata la distruzione come sempre avviene in questi casi.
Per il resto Silanus si conferma zona in cui le coltivazioni di cannabis non mancano e, se c’è stato di recente il boom di quella legalizzata, è altrettanto vero che i numerosi sequestri di marijuana illegale testimoniano che anche quest’ultima fetta di mercato gode di ottima salute.
Agricoltore con una florida e autorizzata coltivazione di cannabis sativa, aveva scelto di diversificare la sua attività. Sperava probabilmente di non attirare attenzioni particolari come quelle delle forze dell’ordine, invece due giorni fa si è trovato parecchi carabinieri nell’azienda nella zona di Locutei. Erano troppi e così ha capito che non era la solita verifica per capire se stesse rispettando quanto previsto dalle norme per chi porta avanti le coltivazioni di cannabis legale. Tutto è stato ancora più chiaro quando i militari hanno iniziato a frugare in varie zone del terreno sino al momento in cui hanno controllato dentro una cisterna e un casolare. E hanno fatto centro perché dentro i sacchi di carta c’era proprio altra cannabis, quella illegale e già pronta per finire sul mercato degli stupefacenti.
Da lì al processo per direttissima il passo è stato breve. Ieri mattina Raimondo Giau è finito in aula, dove ha scelto di patteggiare due anni e due mesi dopo l’accordo tra il pubblico ministero Andrea Chelo e l’avvocato difensore Antonello Spada. Il patteggiamento è stato poi ratificato dalla giudice Carla Altieri che ha anche disposto l’obbligo di dimora Silanus per Raimondo Giau che dovrà far ritorno a casa alle 20, anticipando così il coprifuoco che probabilmente riguarderà il resto della popolazione sarda a partire dalle prossime ore. Potrà anche andare al lavoro, ma dovrà stare un po’ più attento a non diversificare troppo le colture perché incapperebbe in ulteriori guai. Dello stupefacente sequestrato, intanto, è stata ordinata la distruzione come sempre avviene in questi casi.
Per il resto Silanus si conferma zona in cui le coltivazioni di cannabis non mancano e, se c’è stato di recente il boom di quella legalizzata, è altrettanto vero che i numerosi sequestri di marijuana illegale testimoniano che anche quest’ultima fetta di mercato gode di ottima salute.