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Macomer, farmacista positiva: l’Assl fa più danni del Covid

Alessandra Porcu
Macomer, farmacista positiva: l’Assl fa più danni del Covid

«Io e mio marito ci siamo ammalati ma l’ufficio di igiene pubblica ci ha ignorato». Dopo un periodo di quarantena volontaria ha deciso di riaprire l’attività a Ottana

24 ottobre 2020
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MACOMER. «I disservizi dell’Ufficio di Igiene pubblica di Macomer e Nuoro stanno facendo quasi più danni dell’epidemia. Il sistema sanitario territoriale fa acqua da tutte le parti e continuando su questa linea i contagi non verranno arrestati». Stefania Goddi, farmacista originaria di Orgosolo ma residente a Macomer, è un fiume in piena. «Il mio calvario col coronavirus – racconta –, è iniziato lo scorso 8 ottobre quando mio marito ha avuto qualche linea di febbre. Prontamente si è isolato in casa. Abbiamo avvisato il medico di base e, insieme, abbiamo deciso di fare la segnalazione per sospetto Covid e di richiedere il tampone. Dopo varie sollecitazioni, martedì 13, è stato effettuato il test. Nei giorni seguenti abbiamo atteso invano notizie sull’esito. Contattare gli uffici preposti è stato impossibile. Solo il venerdì successivo, per puro caso – precisa Stefania –, Mi hanno informato che mio marito era positivo. A quel punto, ho deciso di mettermi in quarantena volontaria. Per tutelare i clienti ho chiuso la mia parafarmacia di Ottana. Tengo a precisare che avrei potuto non farlo, visto che la legge che regolamenta il mio ordine professionale non prevede l’isolamento precauzionale».

Stefania Goddi stava bene ma ha deciso comunque di abbassare la saracinesca. Lunedì 19 ottobre, dopo mille peripezie, viene tamponata in modalità drive in. «Dopodiché ho cercato invano di sollecitare l’ufficio di Igiene pubblica per ottenere il documento di messa in quarantena per me, mia figlia e mio marito che, nonostante l’urgenza, non lo ha ancora potuto presentare al lavoro». Anche Stefania Goddi aveva premura di indossare il camice bianco e di tornare dietro al bancone. «Sono un’autonoma. Non posso stare ferma. Le spese sono tante», tuona. Dalla Assl silenzio assoluto, anche riguardo al risultato del suo test. «Mercoledì 21 – afferma Goddi –, è arrivata una telefonata per chiedere dello stato di salute di mio marito. Sul resto, nessuna novità. Ho saputo, un’altra volta in via ufficiosa, di essere negativa ma, al momento, non ho un certificato che lo attesti». Così Stefania Goddi, forte della legge che la tutela, giovedì scorso è tornata al lavoro. «È inaccettabile – conclude –, a rischio ci sono vite umane e attività produttive. Il mio fatturato è calato del 50%».

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