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Covid, Tortolì: «Sto da solo al bar fino alle 23: protesto per non morire»

Lamberto Cugudda
Covid, Tortolì: «Sto da solo al bar fino alle 23: protesto per non morire»

L'iniziativa pacifica di dissenso di Loris Deiana contro le ultime restrizioni: «Guadagno, come tanti, dalle partite serali: se chiudiamo prima rischiamo tutto»

29 ottobre 2020
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TORTOLÌ. Alle 18, dopo avere effettuato la chiusura di cassa, non appena è scattato l’orario di chiusura stabilito dall’ultimo Dpcm, è rimasto solo nel suo bar, “Inue Cafe&Bistrot”, in pieno centro, all’inizio di via Tirso, lato viale monsignor Virgilio, e ha iniziato la sua protesta simbolica proprio contro il “taglio” nell’orario di apertura. Loris Deiana, 49 anni, di Girasole, ha piazzato del nastro adesivo segnaletico bicolore all’entrata e dopo avere accesso tutte le luci e il maxi schermo televisivo, ha messo la musica e si è seduto, da solo. Tutto questo fino alle 23. Lo stesso farà nei prossimi tre giorni, se la situazione per bar e ristoranti non si evolverà in positivo. «Nessuno può entrare nel bar – ha detto Loris Deiana – ma se qualcuno si ferma a guardare e a chiedere qualcosa, da debita distanza spiegherò il perché della mia protesta pacifica e simbolica. Ho già annunciato il tutto, anche su carta, alle forze dell’ordine e al Comune di Tortolì. Io chiedo soltanto di potere continuare a lavorare, rispettando, come ho sempre fatto, tutti i vari protocolli e le linee guida anti-Covid per il settore».

Il gestore del bar “Inue Cafe & Bistrot” spiega da cosa è nata la sua protesta pacifica e simbolica. «In un periodo già “morto” come questo che stiamo affrontando – precisa – non sono certo i pochi caffè e colazioni al mattino a dare la possibilità di andare avanti. Ma bensì le partite che vengono trasmesse sia del campionato italiano di calcio e di altri Paesi, e anche quelle delle coppe europee. In queste occasioni, con il maxischermo televisivo che ho qui nella zona esterna del-locale, i tavolini riescono a vedere tanti clienti, tutti con le mascherine e con il distanziamento. Le partite, per la maggior parte, si giocano dopo le 18. Togliendomi la possibilità di poterle fare vedere a tanti clienti, si blocca l’attività». Ma non è tutto, perché è proprio alla sera, che tanti clienti puntano sull’aperitivo «oppure si fermano dopo avere cenato a fare quattro chiacchiere qui da noi; con la chiusura fissata dall’ultimo Dpcm alle 18, tutto questo mi è stato tolto, e non solo a me, ma a tutte le attività del settore». E conclude: «Spero che, quanto prima, si riesca a potere aprire fino alle 23. In caso contrarioper tante attività sarà la morte. Con la conseguente crescita della disoccupazione, che in Ogliastra già raggiunge dati molto preccupanti».

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