La Nuova Sardegna

Nuoro

«Nessuno può fermare lo sport»

di Stefania Vatieri
«Nessuno può fermare lo sport»

Giampietro Muzzu, Energym club: noi viviamo grazie alle palestre, chiuderle è come morire

29 ottobre 2020
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NUORO. Arrabbiati, delusi e preoccupati. Il popolo delle palestre nuoresi si unisce e scende in piazza contro l’ultimo Dpcm che li obbliga alla chiusura fino al 24 novembre. Ieri mattina in migliaia hanno invaso la via Roma a Cagliari, davanti al palazzo del consiglio regionale, dove si sono dati appuntamento al grido di “Io vivo di sport”. Tra le file dei manifestanti anche una buona rappresentanza del mondo del fitness barbaricino che chiede a gran voce di poter continuare a lavorare.

«La situazione è drammatica – commenta Giampietro Muzzu, titolare della palestra Energym club di via Trieste, al termine del sit-in di protesta nel capoluogo isolano –. Dopo un periodo di adeguamenti costosi vedersi chiudere l’attività così, da un giorno all’altro, sa quasi di una presa in giro – rincara –. Abbiamo sempre rispettato le regole, fin da subito. I controlli dei carabinieri del Nas non hanno mai rilevato nulla, siamo sempre stati perfetti, questo colpo non ce lo dovevano dare, non capiamo come sia possibile tenere aperte altre realtà e non le palestre. Istruttori, imprese di pulizie, dipendenti: come faremo ora, come pagheremo l’affitto, come daremo da mangiare ai nostri figli? È inaccettabile».

Il Dpcm del governo Conte ha decretato la chiusura di un mese delle palestre, fino al prossimo 24 novembre. Un settore, quello del fitness, che stava cercando di ripartire dopo il precedente stop dello scorso marzo durante il lockdown e che adesso deve abbassare nuovamente le saracinesche, con il rischio di non poter riaprire più o tornare ad avere pesanti difficoltà economiche. «Qui chiuderemo in tanti perché le palestre hanno già subito un lockdown dal quale dallo Stato non è arrivato niente – prosegue l’istruttore nuorese –. Ci hanno dato solo spiccioli ma abbiamo acceso mutui che dobbiamo restituire» spiega.

Il popolo delle palestre non ci sta e annuncia una presa di posizione che vede insieme sportivi, insegnanti e proprietari di palestre uniti per tutelare il diritto allo sport. «Abbiamo rispettato i protocolli ma ci hanno chiuso lo stesso – conclude Giampietro Muzzu –. Soprattutto in questo momento lo sport non può essere negato perché è salute, serve come valvola di sfogo e sono tante le persone che seguiamo alle quali l’esercizio fisico è stato prescritto dal proprio medico – dice –. Senza lavoro a Natale non ci arriviamo proprio e la cosa più triste è che non ci considerano proprio come categoria di lavoratori: siamo arrabbiati per questo».

Le reazioni dei gestori di questo tipo di strutture non si sono fatte attendere. Un urlo di dolore carico di rabbia, preoccupazione e timori per il prossimo futuro, ma anche malumori e amarezza perché la chiusura è stata disposta malgrado i costi sostenuti per la messa in sicurezza nel rispetto delle restrizioni volte a contrastare la diffusione dell’epidemia da Coronavirus.

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