La Nuova Sardegna

Nuoro

Risanamento dell’ex cava tra favorevoli e contrari

di Tore Cossu
Risanamento dell’ex cava tra favorevoli e contrari

Silanus spaccato in due: opinioni contrastanti sui lavori di bonifica di Montarbu Partito il quinto intervento finanziato dall’assessorato regionale all’Industria

04 novembre 2020
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SILANUS. Favorevoli e contrari. Le opinioni sull’intervento di risanamento ambientale, in fase di esecuzione in questi giorni, stanno dividendo il paese. Molti cittadini hanno storto il muso quando hanno visto che la parte alta della montagna che sovrasta il centro abitato ha perso quel caratteristico colore bianco che si poteva vedere da chilometri e chilometri di distanza. Il colore bianco della pietra calcarea, che era ormai diventato un simbolo del paese, sta scomparendo per lasciare spazio a un colore meno tenue (un verde scuro tendente al grigio) che maschera la ferita e che bene si incastra con la vegetazione circostante. La parte più alta è già stata “sbiancata”, lo stesso trattamento dovrebbe essere in seguito riservato anche al resto della voragine e alle pareti dove nel corso degli anni veniva estratta la calce e poi i granulati per sottofondo stradale. Quello che si sta realizzando in questi giorni è il quinto intervento di risanamento ambientale da eseguire nella ex cava calcarea di Montarbu.

Tutti gli interventi sin qui eseguiti sono stati finanziati (ciascuno con importi che variano dai duecentoventi ai duecentocinquantamila euro) dall’assessorato regionale all’Industria con il beneplacito dell’assessorato regionale all’Ambiente che si è dovuto pronunciare sulla valutazione di impatto ambientale. Intanto la Regione, inoltre, ha già finanziato il sesto lotto per il quale dovrà essere ancora predisposta la gara di appalto. La ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori sta procedendo a cospargere nelle pareti rocciose e nei gradoni di Montarbu un materiale naturale particolare, una bio patina che arriva dalla Francia e che funge da mimetizzatore.

Nei terrazzi è prevista la semina di essenze e di muschio che nel tempo dovrebbe nascondere la ferita inferta alla montagna. C’è ancora qualcuno che si dichiara favorevole al risanamento dell’area.

«Finalmente il deturpamento della montagna sta per finire – dicono i favorevoli – lo squarcio di Montarbu è destinato a scomparire».

Mentre i contrari la pensano diversamente e sostengono, invece, che la voragine bianca della montagna poteva essere salvata e utilizzata anche per fini turistici e ambientali.

«Se sfruttata a dovere può rappresentare una risorsa per il paese. Basti pensare all’archeologia industriale, ai sentieri naturalistici, agli sport estremi, all’arrampicata» dicono coloro che vorrebbero lasciare il bianco della pietra calcarea.

Il sindaco Gianpietro Arca assume una posizione intermedia: «Ora portiamo avanti questo lotto di lavori – dice il primo cittadino di Silanus –. L’amministrazione comunale è intenzionata a non consentire ulteriori interventi di recupero di questo tipo e di lasciare ben visibile una parte della montagna bianca che potrebbe essere utilizzata come attrattiva sulla falsariga di quanto è stato fatto in altre aree della Sardegna e della Penisola».

Non si esclude che sull’argomento venga investito anche il consiglio comunale. Certo è che il dibattito sul futuro di Montarbu è più che mai aperto.

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