La Nuova Sardegna

Nuoro

Un museo privato nell’ex Banca d’Italia

di Paolo Merlini
Un museo privato nell’ex Banca d’Italia

Saranno esposte radio d’epoca: Giovanni Marinosci, titolare del Cedian, si aggiudica l’edificio comunale per 638mila euro

04 novembre 2020
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NUORO. Era una banca, ma non una qualsiasi: la sede storica della Banca d’Italia in città. Diventerà un museo dedicato alle radio, dalle antenate a valvole sino ai primissimi esemplari a transistor. Parola di Giovanni Marinosci, 64 anni, imprenditore lombardo che opera in città nel ramo della sanità (è titolare del Cedian, il centro diagnostico privato convenzionato con l’Assl in piazza Italia), che si è appena aggiudicato la vendita a trattativa privata avviata dal Comune per l’immobile in piazza Vittorio Emanuele. Costo dell’operazione 638mila euro, ottenuto con uno sconto del 20% dopo varie aste andate a vuoto (il prezzo iniziale era 798mila). Ma per vedere realizzato il suo sogno, un museo, il nuovo proprietario dovrà sborsare anche una somma superiore al milione per restaurare e allestire l’enorme edificio (1138 metri quadri distribuiti su più livelli).

Due mesi fa Marinosci ha presentato la sua offerta al Comune (attraverso la società GL Holding con sede a Meda, in provincia di Monza e Brianza, di cui è amministratore unico) e ha versato una cauzione di 40mila euro, dopo che i precedenti tentativi di vendita a prezzo pieno erano andati a vuoto. La sua offerta è stata pubblicata sull’albo pretorio del municipio per un mese, nel caso fossero arrivate nuove offerte. Non ne sono giunte, come era prevedibile: il costo d’acquisto elevato, le ingenti spese di ristrutturazione e, non ultimo, i vincoli severi derivanti dallo status di immobile di interesse culturale attribuito nel 1997 dal ministero dei Beni culturali, alla fine hanno lasciato campo libero all’imprenditore.

Ma chi si aspettava un acquisto finalizzato a creare nuove unità immobiliari, un albergo, o una sede destinata a uffici pubblici o privati resterà deluso. «Diventerà il museo nazionale della radio», dice senza tentennamenti Marinosci, che sin da quando era bambino nelle campagne brianzole coltiva la passione per il mondo delle radio, quelle antiche in particolare. «Al momento ho circa 900 apparecchi, ma sono in trattativa per acquisire altre collezioni di pregio». Qualcosa più di una passione, dunque, per l’imprenditore della sanità. Ma un museo nazionale della radio in una realtà decentrata come Nuoro, o la Sardegna, può avere un futuro? «Molti amici mi hanno detto: fallo a Roma, ti troviamo i locali. Ma io ho deciso di realizzarlo nella città in cui vivo da più di vent’anni, e sono sicuro che anche qui potrà ritagliarsi un ruolo importante». Si avvarrà di contributi pubblici? «Credo nelle sinergie, e valuterò ogni proposta, ma al momento è un’iniziativa del tutto privata. Certo l’impegno sarà notevole: servirà un mutuo per l’acquisto, e uno ancora più corposo per la ristrutturazione. Ma il nostro obiettivo è aprire entro il 2021».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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