La Nuova Sardegna

Nuoro

la crisi delle pasticcerie 

I “papassini” calano a picco così il dolce diventa amaro

I “papassini” calano a picco così il dolce diventa amaro

NUORO. La crisi economica in tempo di Covid colpisce anche il mondo della pasticceria tipica ed artigianale: mai come quest’anno in tempo di Ognissanti il papassino dolce è stato così amaro. Proprio...

05 novembre 2020
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NUORO. La crisi economica in tempo di Covid colpisce anche il mondo della pasticceria tipica ed artigianale: mai come quest’anno in tempo di Ognissanti il papassino dolce è stato così amaro. Proprio in questo periodo dell’anno, quando il dolce tradizionale tipico della Barbagia riempie le tavole di tantissimi nuoresi e agevola ancora di più l’operosità dei pasticceri artigiani, le difficoltà non si sono fatte attendere e si sono manifestate in termini di sostanziali cali delle vendite e cospicui aumenti delle materie prime necessarie alla produzione.

Nei primi due giorni di novembre le vetrine sono rimaste piene e a parlare della crisi di un intero settore sono stati alcuni degli operatori della città. «Le festività dei santi e dei morti mi hanno regalato un’immagine che avrei preferito non vedere: le vetrine esterne ancora piene di papassini. Negli anni scorsi – spiega Marco Pezzulla, titolare dell’omonima pasticceria di via Lamarmora – avevamo il triplo delle vendite e della produzione tra papassini e dolci del periodo. Ognissanti è passato in sordina come una giornata normale, mentre in passato mettevamo il cerchietto rosso sul calendario perché per noi economicamente era una giornata di festa. Stiamo cercando di sopravvivere ma è difficile quando appunto rispetto ai dolci tipici del periodo abbiamo avuto perdite almeno per il 70%. La pandemia ha inciso tantissimo: mi sono visto annullare ogni tipo di ordine e quello che si è fatto era comunque poco. La nostra agonia dura da sette mesi e le chiusure anticipate delle attività collaterali come bar e ristoranti non ci stanno aiutando». Va un po’ meglio alla Dolci tentazioni tra via Aspromonte e viale Ciusa: «Ovviamente la pandemia ha influito tantissimo. Non abbiamo lavorato come gli anni passati – dice il titolare Antonello Mura – e rispetto a questo periodo dell’anno abbiamo registrato un calo del 20%. Pensavamo molto peggio perché la situazione resta critica, paradossalmente la chiusura di alcune pasticcerie ci ha avvantaggiato anche se siamo profondamente addolorati per i nostri colleghi. C’è stato però un rincaro delle materie prime che ha inciso, ma noi nonostante questo siamo riusciti a non ritoccare i prezzi». Per la pasticceria Fois di via Malta, invece, il papassino è stata la ricetta per rinascere da mesi di cerimonie annullate e incassi mancati: «Questi ultimi due giorni è andata bene per fortuna. Ci siamo dedicati quasi esclusivamente al papassino – ha raccontato il titolare Michele Ledda – e anche se rispetto all’anno scorso abbiamo avuto un calo del 20%, per noi va bene se consideriamo l’80% in meno registrato nei mesi bui di marzo e aprile. Rimaniamo preoccupati per il periodo natalizio perché non sappiamo che direttive avremo dal Governo anche se speriamo di non vivere la preoccupazione vissuta durante le scorse feste pasquali». (a.m.)

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