La Nuova Sardegna

Nuoro

Noddule lancia l’archeo-trekking

Valeria Gianoglio
Noddule lancia l’archeo-trekking

I gestori del sito: «Ci siamo reinventati dopo le restrizioni. Riscopriamo i siti abbandonati dell’isola» 

17 novembre 2020
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NUORO. Dal trekking del weekend in piccoli gruppi per scoprire i siti archeologici dimenticati del territorio, al rilancio dell’area attraverso la tecnologia, agli schermi touch-screen con i modelli dell’area in 3d, e grazie al lavoro dei piccoli artigiani del Nuorese che stanno creando i primi nuraghe-gadget a tema. Come i gioielli di sughero creati da Antonio Carta “Ortigu”. Noddule non si arrende, insomma, alla restrizioni imposte dalla pandemia, e se l’ultimo decreto della presidenza del consiglio impone la chiusura dell’area archeologica al pari dei musei e degli altri luoghi di cultura, reinventa i suoi obiettivi, ripensa ad altri orizzonti, tira fuori una grande capacità di adattamento. «Non ci arrendiamo. Del resto, lo richiedono i tempi» spiegano i gestori dell’area, Antonia Pintori e Mario Cabiddu.

E sì che era cominciata davvero bene, e con numeri molto promettenti, la stagione 2019-2020, per il sito archeologico vicino a Nuoro. «Alla fine del 2019 avevamo toccato quota tremila visitatori – spiegano ancora i due gestori –e secondo le nostre previsioni, continuando con quell’andamento e con la presenza di tanti turisti e scolaresche, nel 2020 avremmo toccato quota cinquemila. Poi, in primavera è successo quello che è successo. Abbiamo chiuso, poi abbiamo riaperto d’estate come tutti, e sono riprese le visite, in particolari di turisti della Penisola, poi di nuovo chiusi. Ma non ci siamo arresi e ci siamo reinventati, o almeno stiamo cercando di farlo». E la resilienza, per Noddule, si è declinata in diverse strade. A cominciare da una: l’organizzare visite guidate alla scoperta di siti archeologici abbandonati in provincia di Nuoro e non solo. «Ce ne sono davvero tanti – raccontano Mario e Antonia – e abbiamo pensato che se Noddule doveva chiudere a causa delle restrizioni, potevamo impiegare il tempo sfruttando le possibilità ancora concesse dalle nuove regole anti-pandemia. Si possono organizzare trekking, ovviamente all’aperto. Ed è quello che stiamo facendo ogni fine settimana. Sono rivolti a piccoli gruppi, ovviamente ci si ritrova ognuno con la sua auto. E poi si va alla scoperta di tanti luoghi e percorsi interessanti, ma abbandonati, dei quali è ricca la nostra Sardegna. In fondo anche Noddule era uno di questi: quando lo abbiamo preso in gestione persino il nuraghe era inglobato dai rovi e dalla vegetazione. Queste giornate di trekking archeologico vogliono essere anche una riscoperta di quei luoghi troppo spesso dimenticati, che meriterebbero di essere recuperati e valorizzati come è successo a Noddule. Attraverso anche la pagina Facebook di Noddule stiamo organizzando, ad esempio, una visita alle tombe dei giganti di Madau, o il percorso che abbiamo ribattezzato “della principessa triste” a Sedilo, o ancora una visita guidata per conoscere Perda Pertusa, un monumento naturale scavato dal maestrale, a 40 minuti da Noddule. Cerchiamo di tenerci impegnati e di proporre anche qualcosa di bello ai potenziali visitatori. Perché abbiamo tutti bisogno di non deprimerci, di stare all’aria, e di non pensare solo alla estrema difficoltà del momento, senza dimenticare di stare attenti alle prescrizioni e di avere rispetto di tutti».

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