La Nuova Sardegna

Nuoro

Lapia, aggressione ricostruita dal Gip

di Simonetta Selloni
Lapia, aggressione ricostruita dal Gip

Le ragioni del no alla richiesta di archiviazione dell’indagato: la Procura non ha considerato rilevanti elementi probatori

20 novembre 2020
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NUORO. Sono due gli elementi che hanno convinto il Gip del tribunale di Nuoro Teresa Castagna a rigettare la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero nei confronti di Daniele Imperatore, accusato dell’aggressione alla deputata Mara Lapia (M5s), nel parcheggio del supermercato Lidl di Nuoro, il 18 dicembre 2018. Intanto il fatto che Imperatore abbia tolto il cellulare alla deputata, con l’esercizio di quel che il Gip ha definito “un contatto fisico connotato da una certa, anche minima, esplicazione di forza”, nel momento in cui si è reso conto che Mara Lapia lo stava riprendendo con la telecamera del telefonino; quindi, la diagnosi di trauma toracico con infrazione della sesta costola, refertata dal Pronto soccorso dell’ospedale di Nuoro appena qualche ora dopo l’episodio (e confermata da un ulteriore certificato, dieci giorni dopo).

Questi due elementi, il primo comune alle testimonianze di alcune persone che quel giorno si trovavano nel piazzale, ma anche dalle condizioni oggettive del telefonino, unite anche alle dichiarazioni sia di Mara Lapia che dello stesso Imperatore, sono stati trascurati dalla Procura che aveva chiesto l’archiviazione di lmperatore. Così almeno ha ritenuto e scritto il Gip nel motivare la sua decisione di respingere la richiesta, e di ordinare l’iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati per il reato di violenza privata. Nelle motivazioni c’è la ricostruzione puntuale di quanto accaduto davanti al market, quasi come in un film visto attraverso le diverse angolazioni fornite dai protagonisti, sia Mara Lapia che Imperatore, ma anche dai testimoni. In tutte queste ricostruzioni, appare costante il fatto che Imperatore abbia avuto un contatto con Mara Lapia: egli stesso aveva ammesso di aver intimato alla deputata di smettere di riprenderlo, di aver allungato un braccio e in quel frangente di aver colpito il telefono, poi caduto a terra. Secondo un’altra testimone, invece, Imperatore avrebbe proprio dato una “botta” alla mano della Lapia per impedirle di fare le riprese.

A sostegno dell’archiviazione si era associato il difensore, avvocato Antonio Falchi, mentre la difesa della parlamentare, rappresentata dagli avvocati Basilio Brodu e Nicola Madia, ha insistito opponendosi. Una volta iscritto nel registro degli indagati, la posizione di Imperatore sarà nuovamente vagliata dalla Procura.

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