La Nuova Sardegna

Nuoro

Processo Oloè, stop per le regole Covid

di Valeria Gianoglio
Processo Oloè, stop per le regole Covid

Il giudice rinvia tutto a marzo: «In tribunale mancano aule adeguate a 59 imputati. E i consulenti risiedono in zone rosse» 

24 novembre 2020
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NUORO. Troppi imputati – ben 59 – troppi avvocati, troppe presenze in aula per i tempi che corrono e soprattutto per le restrizioni legate al contenimento dei contagi Covid. E poi, in tutto il Palazzo di giustizia, manca uno spazio adeguato ad accogliere le diverse decine di parti in causa lasciando il debito spazio vitale tra ognuna di loro. Per non parlare, poi, dei consulenti del pubblico ministero che non possono venire in Sardegna per essere sentiti in controesame perché confinati in una “zona rossa”.

Sarebbe dovuto riprendere ieri mattina, davanti al giudice monocratico, ma il processo per le morti e le presunte omissioni del ponte di Oloè e della diga Maccheronis, durante l’alluvione del 18 novembre 2013, ancora una volta si è dovuto arrendere ai numeri troppo grandi per poterne consentire la celebrazione di una nuova udienza. E così, ieri mattina, anziché riprendere dal controesame dei consulenti del pm Emanuela Porcu, il processo è stato rinviato d’ufficio al 29 marzo. Sperando che in quel momento gli effetti della pandemia siano scemati e che anche in tribunale si possa tornare a una quasi normalità. Certo è che con il rinvio di ieri si allungano ancora i tempi della vicenda processuale che conta ben 59 imputati e decine di parti civili.

«Per l’elevato numero delle parti e dei rispettivi difensori e del perdurare dell’emergenza sanitaria non è allo stato possibile assicurare il distanziamento e le altre misure di cautela prescritte per la prevenzione del contagio da Covid 19 in nessuna delle aule del palazzo di giustizia di Nuoro, stante la loro insufficiente capienza – scrive il giudice Giorgio Cannas, nel provvedimento che dispone il rinvio d’ufficio dell’udienza Oloè – e allo stato non è stata individuata nel distretto un’aula d’udienza idonea ad assicurare l’applicazione delle cautele sopra indicate». E sempre il giudice Cannas, precisa anche «che vi sono, tra gli imputati e i loro difensori, persone residenti in regioni classificate come zone a livello di rischio elevato, da cui non sono consentiti spostamenti», mentre i consulenti del pubblico ministero, essendo persone di età superiore ai 66 anni, «sono soggetti particolarmente esposti al contagio, con rischio di ricovero ancora più accentuato per la necessità di ricorrere a spostamenti con il mezzo aereo, e sono, inoltre, residenti in regioni classificate a livello di rischio alto, da cui non sono consentiti spostamenti verso regioni, come la Sardegna, con livello di rischio più ridotto». Per tutte queste ragioni l’udienza Oloè è stata rinviata al 29 marzo. Per lo stesso periodo è stato sospeso il corso della prescrizione.

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