La Nuova Sardegna

Nuoro

Addio a Salvatore Murru, garbo e serietà

di Simonetta Selloni
Addio a Salvatore Murru, garbo e serietà

A 58 anni muore per Covid il presidente della Camera penale barbaricina. Cordoglio in tutti i tribunali dell’isola

27 novembre 2020
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NUORO. E così il Covid si è portato via anche Salvatore Murru, avvocato, presidente della Camera penale di Nuoro. Aveva 58 anni da qualche giorno combatteva contro il mostro nel reparto Rianimazione dell’ospedale San Francesco. Ci era arrivato il 13 novembre scorso, dopo aver affrontato il virus a casa; poi difficoltà respiratorie e un quadro clinico che diventava preoccupante lo avevano condotto all’ospedale. Un’altalena di speranze, poi l’aggravamento e la notte scorsa, la morte. Una tragedia, come lo sono tutti i decessi per Covid, dolore su dolore per un addio senza saluti, consumato in solitudine tra ossigeno, monitor e camici, lontano dai propri cari. Salvatore Murru lascia la moglie Franca Paola Sedda, anche lei avvocata, e due ragazzi ancor adolescenti.

Come un’ondata, la notizia della morte di Salvatore Murru ha scosso non solo Nuoro. L’avvocatura isolana è in lutto. Perché lui non era soltanto un professionista preparato e scrupoloso. Allievo dell’avvocato Giannino Guiso, era un uomo di una grande pacatezza, equilibrio e fine ironia. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo ne ha potuto apprezzare la grandissima cifra umana che accompagnava la serietà e l’attaccamento, l’amore per la professione. Attraverso le parole e le lacrime dei suoi colleghi se ne delinea un ritratto chiarissimo. «Un professionista attento e preparato, con una sensibilità fuori dal comune – sono le parole di Angelo Mocci , presidente dell’Ordine degli avvocati di Nuoro –. In questi ultimi due anni abbiamo avuto contatti quotidiani, non ricordo un solo momento in cui abbia alzato la voce. Un tratto umano straordinario, e l’affetto che il Foro sta dimostrando lo testimonia».

«Era innamorato del suo lavoro, scrupoloso, attento – dice Giovanni Colli, vice presidente della Camera penale –. Era ancora giovane, ma aveva avuto la fortuna di cominciare la sua attività con i grandi processi del passato, con i più importanti protagonisti del Foro di Nuoro. Ecco perché un punto di riferimento ma anche di congiunzione tra quella generazione di avvocati e i più giovani. Sul piano umano, che dire? Non ho mai visto, in tutti questi anni, un moto di stizza, mai un momento sopra le righe. Io perdo un amico».

E piange un amico, Francesco Lai, che di Murru era stato predecessore alla guida della Camera penale, intitolata proprio a uno dei grandi penalisti del Foro di Nuoro e della Sardegna, Antonio Busia. «Negli anni abbiamo lavorato insieme e il nostro rapporto si è cementato tra incontri, seminari, convegni. Ha sempre cercato la mediazione. Con il tempo il rapporto professionale si è evoluto in amicizia, il dolore per la sua perdita è devastante».

Ma Salvatore Murru era anche un punto di riferimento per i nuovi avvocati, lui che si trovava un po’ a metà tra la generazione dei principi del Foro e i giovani professionisti. «Abbiamo condiviso la dedizione per l’importanza della Camera penale e la battaglia per il giusto processo – è la testimonianza di Sebastian Cocco, componente dell’organismo e attuale presidente del Consiglio comunale del capoluogo –. Voglio ricordare due cose di Salvatore: intanto il fatto che lui comunque fosse giovane “dentro”, tanto da riuscire anche a svecchiare il clima polveroso della “convegnite” con anche iniziative fuori dall’ordinario. Ad esempio, in occasione di un convegno dedicato all’avvocato Guiso, aveva convinto il musicista Gavino Murgia a suonare durante i lavori. L’altro aspetto è quello dell’ironia: fine, come era lui. E poi la accuratissima preparazione e capacità di comunicare in modo immediato e efficace».

Non si dà pace Concetta Sirca, collega della Camera penale. «L’ho visto l’ultima volta il 3 novembre, abbiamo comunicato con messaggi anche quando era all’ospedale. Era come un fratello maggiore, la pacatezza, la bontà d’animo che esprimeva si univano alla grande preparazione da solido professionista quale era. Non l’abbiamo neanche potuto salutare, questo aggiunge un dolore assurdo. Ieri in tribunale c’era un’atmosfera surreale. Increduli, ecco quel che siamo».

«Era un collega di rara finezza, professionista preparato, umile e valente, dal fare garbato che metteva sempre in primo piano l’uomo e la vicenda affidatagli, e mai se stesso o la propria immagine di difensore, neppure nei processi più importanti e di sicura visibilità –, è il pensiero di Antonio Careddu, direttore della Scuola di formazione forense –. Un amico a cui era difficile non voler bene. Non solo era stimato da tutti i colleghi: lo era anche dai magistrati e dai collaboratori».

Mancherà, Salvatore Murru. Mancherà il professionista scrupoloso. Mancherà il suo modo gentile e il sorriso disarmante, e quel garbo innato e mai esibito. Mancherà a tutti i giornalisti che scrivono di giudiziaria: mai ha dato l’impressione che lo si stesse disturbando, anche quando questo, probabilmente, avveniva. La redazione dI Nuoro della Nuova Sardegna, vicina alla famiglia, non lo dimenticherà.

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