La Nuova Sardegna

Nuoro

Toghe in lacrime per l’addio a Murru

di Simonetta Selloni
Toghe in lacrime per l’addio a Murru

Struggente momento davanti al tribunale di Nuoro, il figlio del professionista ha indossato la toga del padre

28 novembre 2020
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NUORO. Sulle spalle di Ignazio la toga del padre indossata con naturalezza, un tocco gentile, come se fosse un ultimo, caldo abbraccio con il quale Salvatore Murru abbia voluto consolare il suo ragazzo, la moglie e l’altro figlio. E i suoi colleghi, gli stessi che ieri mattina, in piedi sulle scalinate del tribunale, hanno atteso che il feretro dell’avvocato e presidente della Camera penale nuorese arrivasse davanti al Palazzo di giustizia.

Più del lungo applauso che ha accolto il carro funebre, con la Camera penale orfana del suo presidente schierata, e in lacrime davanti alla bara; del sindaco Andrea Soddu, con la fascia tricolore, avvocato e appena uscito dal tunnel del Covid che si è portato via Salvatore Murru; più dei dipendenti e dei magistrati del Palazzo, dei passanti, degli impiegati degli uffici attorno al tribunale affacciati alle finestre, e del capo della Polstrada Leo Testa e del comandante del Reparto operativo dei carabinieri Michele Cappa, defilato, tutti lì a rendere omaggio al professionista e all’uomo; ecco, più di tutto questo, resta l’immagine, tenera e straziante, di un figlio schiantato dal dolore. Con la madre, Franca Paola, l’una che sorreggeva l’altro, quella toga indossata dal figlio davanti alla bara del padre. Una sofferenza condivisa con chi trovava in Salvatore Murru un collega preparato, una guida pacata, un amico fidato.

Gli avvocati del Foro di Nuoro hanno risposto all’appello del presidente del Consiglio dell’Ordine Angelo Mocci – in prima fila ad accogliere il feretro –, per salutare così Salvatore Murru. Non era mai successo un omaggio così forte, ma in questi tempi terribili che comprimono anche la manifestazione della vicinanza, era l’unico modo per rendere un ultimo omaggio al professionista che si è spento l’altra notte al San Francesco. Accanto alla moglie e al figlio maggiore, l’altro figlio di Salvatore Murru, anche lui un adolescente. Sicuramente le imponenti manifestazioni di affetto arrivate da tutta l’isola avranno in qualche maniera restituito la misura della immensa stima e dell’affetto di cui godeva il penalista.

Il carro funebre ha sostato per alcuni minuti. Il portellone aperto in modo che la bara si scorgesse, casomai, chi lo sa, il calore e l’affetto potessero arrivare in modo più diretto. Ognuno a rincorrere i propri pensieri; ognuno con un frammento di vita vissuta con Salvatore Murru, un tratto del percorso professionale, magari uno scontro a un processo, o una conversazione a un convegno. O una risata, con quello sguardo bonario e garbato che rappresentava la cifra di una umanità indiscussa.

Un altro applauso ha salutato il commiato e il ringraziamento che la moglie di Salvatore ha espresso per i colleghi del marito e anche suoi.

E poi lacrime. Toghe scosse da un pianto incessante, tutti diventati improvvisamente un po’ più soli, e fragili, come quel ragazzino con indosso la toga del padre.

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