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Dorgali, l’ira delle coop di pastori: «Lasciati soli nella bufera»

Nino Muggianu
Dorgali, l’ira delle coop di pastori: «Lasciati soli nella bufera»

I danni del maltempo con vento fortissimo, fiumi d’acqua e strade interrotte. La sindaca Fancello chiede lo stato di calamità naturale, Isalle la zona più colpita

02 dicembre 2020
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DORGALI. Nella notte tra venerdì , sabato e domenica si è scatenato l'inferno tra Dorgali e Cala Gonone, con raffiche di vento a cento chilometri orari, acqua che scendeva a fiumi spazzando via pezzi di strade rurali, provocando inevitabilmente la chiusura al traffico delle arterie principali che portano ai due centri. Ancora, niente acqua nella rete idrica. Il lago Cedrino già dalle prime ore era al massimo della capienza, tanto che sono state aperte le paratie. In Comune è stato attivato il Coc, Centro Operativo Comunale. La zona più colpita, essendo un punto di passaggio di tre corsi d'acqua , è stata ancora una volta la vallata di Isalle dove si registrano danni ingenti alla viabilità rurale e non solo. Lo staff tecnico comunale che ha effettuato un sopralluogo ha rilevato danni anche in zona Su Campu e Ospene, Sa Prinischedda, Oddoene, «dove - assicura il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Cipriano Tendas Mele – daremo priorità per i primi interventi alle strade che portano alle aziende zootecniche e a seguire a tutte le altre».

Intanto, la giunta guidata dalla sindaca Itria Fancello ha già deliberato lo stato di calamità per i danni subiti dal territorio. Ancora una volta a pagare il prezzo più caro del passaggio del ciclone sono state le due cooperative che operano nella piana di Isalle , quella dei pastori Isalle-Orrule e la Rinascita che che si è vista portare via dall'acqua una parte del vigneto. Dei 46 soci facenti parte della cooperativa guidata dal presidente Francesco Masuri , «una ventina i pastori rimasti isolati nelle aziende. Non si poteva andare da nessuna parte, siamo rimasti bloccati senza mangime per il bestiame e nessuno è venuto a cercarci, senza telefonino, senza corrente elettrica visto che tre pali della linea a sono stati strappati dal suolo. Senza acqua inoltre. Avevamo messo a disposizione un trattore per potere passare da una parte all'altra dei fiumi che si sono creati, ma l'acqua e il fango lo ha sommerso».

«Tutti gli erbai sono stati cancellati – continua Masuri –. Ci dispiace il ritardo registrato dal Comune, si sono fatti vedere dopo tre giorni mentre siamo stati aiutati da una società di Loculi e li ringraziamo infinitamente. Comunque non siamo qui per fare polemiche. Purtroppo è andata cosi, ma adesso non ci devono abbandonare, siamo già abbastanza penalizzati».

In effetti c'è ancora un ponte, sulla strada comunale che dalla zona alta porta alla vallata di Isalle, che è ancora chiuso e impraticabile dal 2013, quando passò da quelle parti il Ciclone Cleopatra . «Ci avevano promesso che tutto sarebbe messo a posto e che avrebbero creato un nuovo guado, ma sfortunatamente da quelle parti ci dicono che nidifica una specie di uccello particolare, sicuramente più importante di noi, e dunque non si è fatto nulla. Sinceramente ci saremmo aspettato un altro tipo di atteggiamento, visto il ruolo economico e sociale che le nostre cooperative ricoprono», chiude amaramente Francesco Masuri.

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