La Nuova Sardegna

Nuoro

Deplanu sogna la ripartenza

di Francesco Pirisi
Deplanu sogna la ripartenza

Dalla scuola guida ai pullman: «Pandemia e lockdown hanno cancellato il trasporto privato»

13 dicembre 2020
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NUORO. Un pulmino nero, fiammante, marchiato Mercedes. Dentro poltrone da salotto, che si girano a creare un tavolo da lavoro. Aspettano vip e magnati della Costa Smeralda. Ma per il momento è fermo nell’hangar di Peppino Deplanu, a Partosardo. Il “lockdown” ha fermato anche loro: «L’ho acquistato insieme ad altri pullman – dice Deplanu – ma quest’anno l’attività di trasporto privato è stata in pratica cancellata dalla pandemia. Intanto però – aggiunge – ci sono le rate da pagare e tutte le spese che comporta la titolarità di un mezzo». Perché i pullman della ditta che vanno a singhiozzo, o non vanno proprio, sono più di 40. Mezzi da 60 posti e sino a quelli ridotti, per lo scuolabus, dalla Gallura alla Marmilla. Complessivamente l’impresa di trasporti che ha messo su in quarant’anni l’imprenditore, 78enne, originario di Sadali, nella Barbagia di Seulo. I bus sono venuti dopo e hanno affiancato l’attività di scuola-guida “Redentore”, che da mezzo secolo avvia alla guida migliaia di persone. Lo ricorda lo stesso imprenditore, ormai “naturalizzato” a Nuoro: «Ho iniziato a Ottana, nel 1971, in concomitanza con l’avvio dell’industria. La richiesta di fare la scuola guida – rimarca Deplanu – era tanta. C’erano gli operai appena formati e soprattutto i pastori che passavano dalla groppa dell’asino o del cavallo all’automobile». Un lustro più tardi e Peppino Deplanu sbarca nel capoluogo: «La città è ancora in crescita economica – spiega – e anche il nostro settore se ne avvantaggia. Il decennio successivo sarà quello in cui si lavorerà meglio». Ma i percorsi felici come nelle fiabe spesso s’interrompono bruscamente. Così quello automobilistico, dell’istruzione alla guida e del trasporto, soprattutto privato. «I primi segnali – spiega ancora il titolare dell’autoscuola “Redentore” – con l’introduzione dell’euro, il peggioramento con la crisi successiva alle vicissitudini delle banche americane». Ma la conseguenza economica peggiore è quella arrivata al seguito del coronavirus. Deplanu entra nei particolari: «L’attività di scuola-guida ha avuto un calo del 30 per cento. Gli autobus, sia per il turismo e sia per il trasporto degli studenti, in pratica li abbiamo dovuti bloccare». Le conseguenze: i 30 autisti della ditta sono diventati 20, senza più gli stagionali assunti da aprile e sino a ottobre per trasportare turisti nell’isola, ma anche oltre Tirreno. Più controversa la vicenda dell’istruzione al conseguimento delle patenti: «Il nostro settore, anche perché privo di un codice Ateco, ossia di categoria commerciale – sottolinea ancora Deplanu – non rientrava tra le attività per cui è stata prevista la chiusura. Ma in concreto non abbiamo potuto lavorare, per la questione degli assembramenti». Il motto di Deplanu è buon viso a cattivo gioco: «Sono cresciuto negli anni del dopo-guerra – dice – quando era un imperativo rimboccarsi le maniche. Certo – mette in guardia – se si dovesse riproporre un altro anno come quello attuale, credo che molte aziende chiuderanno». Perché le rate e le tasse sono state solo rinviate. Anche quelle del “salotto” viaggiante, parcheggiato a Pratosardo in attesa del ritorno dei “vip”.

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