La Nuova Sardegna

Nuoro

Liberato l’antico orologio del Rosario

di Alessandro Farina
Liberato l’antico orologio del Rosario

Bosa, rimossi i teli e l’impalcatura che da anni coprivano la chiesa del Corso

27 dicembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





BOSA. L’orologio monumentale collocato nella seconda metà del 1800 sulla facciata della chiesa del Rosario fa nuovamente bella mostra di se, al centro dello storico Corso Vittorio Emanuele. Ieri mattina in una sorta di blitz, presente l’assessore ai beni culturali Alessandro Campus, quello alla viabilità Federico Ledda, il consigliere Marco Naitana, gli operai della ditta edile Piras (che aveva messo a disposizione gratuitamente il ponteggio) sono saliti sull’impalcatura che da oltre tre anni bloccava la vista dell'orologio, per rimuovere struttura e teli. Meccanismo, lancette e rintocchi sono ancora fermi e muti, ma la grande cassa in legno che contiene gli ingranaggi ed i due grandi quadranti che segnano ore e minuti, sono stati finalmente messi in sicurezza e restaurati.

«È un primo importante passo perché questo prezioso bene del nostro patrimonio culturale possa finalmente tornare a nuova vita – spiega soddisfatto Alessandro Campus –. I rintocchi dell’orologio monumentale hanno scandito per decenni il tempo dei signori e dei braccianti, nella Bosa tra fine ‘800 e seconda metà del ‘900. Ma il complesso meccanismo artigianale, con il passare del tempo, si è logorato ed ha smesso di funzionare. Quasi dieci anni fa un comitato di commercianti, poi l’artista Mariano Chelo e la Pro loco, avevano lanciato appelli (e nel 2016 anche una sottoscrizione che ebbe grande risalto via social, ma poco apporto monetario, ndc) nell’intento di far ripartire meccanismo, scandire del tempo e rintocchi. L’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Mastino aveva fatto predisporre un progetto e stanziato una parte della somma necessaria al restauro. Per tre anni però, considerato il pericolo che parti della cassa esterna potessero staccarsi e finire sul Corso, era stato necessario sostenere la struttura con un ponteggio, che da febbraio 2017 copriva anche la facciata della chiesa del Rosario. Nel novembre 2019 il gruppo Per Bosa aveva presentato una interrogazione in consiglio chiedendo lumi su stato dell’iter tecnico, reperimento fondi e possibile data di consegna lavori. Domande che si sono sciolte ieri, quando la squadra di operai ha smontato il castello di tubi riconsegnando alla vista e soprattutto alla città un bene che i cittadini chiedevano di poter nuovamente ammirare. «Per molti un bel segnale, in quest’epoca segnata da tante incertezze per la pandemia e da una profonda crisi economica. Non resta quindi che da affrontare il passaggio del restauro del meccanismo che si spera potrà essere completato al più presto, forse già entro la primavera 2021».

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative