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Nuoro

Scuole e dispersione: gli effetti della Dad tra speranze e paure

di Alessandra Porcu
Scuole e dispersione: gli effetti della Dad tra speranze e paure

Macomer, gli allievi delle superiori: così viviamo sospesi I presidi: il diritto allo studio è a rischio, bisogna intervenire

14 gennaio 2021
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MACOMER. Divisi tra la voglia di tornare in aula e la paura di essere contagiati dal coronavirus. Così si sentono gli studenti delle superiori, costretti da mesi a seguire la didattica a distanza. «Abbiamo sperato fino all’ultimo di poter rientrare a scuola lo scorso 7 gennaio, ma così non è stato. Eppure – sottolinea Gabriele Cadau, rappresentante d’istituto all’I.I.S. “Satta” di Macomer –, sarebbe bastato siglare un accordo con le aziende del trasporto privato per garantire più mezzi e più corse. Sarebbe bastato davvero così poco per permettere a noi pendolari di viaggiare distanziati e in sicurezza. E invece non è cambiato niente. Tutto è rimasto com’era. Ci sentiamo derubati del nostro tempo. Della nostra vita. Ci manca il contatto con i compagni di classe. Ci mancano le levatacce e persino le interrogazioni. Quelle vere, in presenza. Quelle faccia a faccia con i professori. A dire il vero, ci mancano pure loro». Nelle parole di Gabriele è racchiuso lo stato d’animo di centinaia di giovani che come lui vivono sospesi. «Quest’anno dovrò sostenere la maturità. Non mi sento pronto – ammette –. Credo di non avere la giusta preparazione per affrontare l’esame di Stato. Mancano ancora diversi mesi e già mi domando come si svolgerà. Ci sarà solo una prova orale? Dovremmo sostenerla online?». Tanti i dubbi e le paure, lecite. In questo periodo interminabile, la didattica a distanza ha mostrato tutti i suoi limiti. «È venuto a mancare lo spirito fondante della scuola – afferma Massimo De Pau, dirigente del “Satta” –, quello basato sull’incontro, sul confronto, sulla condivisione della conoscenza. Certo, i docenti con impegno e sacrificio sono andati avanti con i programmi. Non hanno mai interrotto le lezioni e le verifiche. Sebbene dietro lo schermo di un pc il diritto all’istruzione è stato garantito. Non quello alla socialità, però. La dad sta facendo registrare un netto calo dell’attenzione negli studenti e un serio peggioramento nell’acquisizione delle nozioni». Preoccupante è anche il fenomeno della dispersione scolastica. «L’11 gennaio scorso – precisa il preside –, su 120 studenti, solo la metà di loro era presente alle lezioni in laboratorio. È un dato che deve far riflettere. Il timore dei contagi, soprattutto nei ragazzi che abitano nei paesi del Marghine in cui il Covid si è diffuso maggiormente, sovrasta il desiderio di rientrare in aula. Non possiamo permettere che ciò accada. La scuola è sicura. Al suo interno vengono rispettate le misure di sicurezza. Il problema semmai è fuori – rimarca Massimo De Pau –. Non possiamo permettere di perdere neanche un giovane. Chi di dovere faccia la sua parte per garantire a tutti, nessuno escluso, il diritto allo studio».

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