La Nuova Sardegna

Nuoro

Chiesetta di Santu Caralu, via ai lavori di restauro

di Alessandro Mele
Chiesetta di Santu Caralu, via ai lavori di restauro

Cofinanziamento della Diocesi e della Cei per il recupero conservativo del bene Il parroco don Chessa: «Non sarà necessario spostare la sepoltura di Ciusa»

25 gennaio 2021
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Dopo l’annuncio arrivato alcuni mesi fa, sono cominciati in questi giorni i lavori di restauro all’interno della chiesetta di Santu Caralu, che tornerà presto al suo antico splendore, uno dei punti cardinali dello storico quartiere di Santu Predu. La chiesa intitolata a San Carlo Borromeo è da sempre considerata un bene identitario della città: sorge nel cuore del quartiere dove è nata la scrittrice premio Nobel Grazia Deledda e la sua costruzione risale a un periodo compreso tra il 1610, anno di canonizzazione, e il 1630 anno in cui morì Pietro Paolo Pirella che proprio nel suo testamento dichiarò di averla fondata. Oggi e da numerosi decenni, oltre che luogo di culto, è anche un sito dal grande fascino culturale e meta di centinaia di turisti. Infatti, oltre che custodire le spoglie dello scultore nuorese Francesco Ciusa, conserva anche una copia bronzea de “La madre dell’ucciso”. Già da diversi anni la chiesetta andava verso una sentenza inesorabile di inagibilità, pericolo scampato: sono appena iniziati i lavori di recupero del bene, che ammontano a una cifra vicina ai 150 mila euro, cofinanziati dalla Diocesi di Nuoro e dai fondi dell’Otto per mille della Conferenza episcopale italiana. A raccontare del restauro della chiesetta particolarmente cara ai “santupredini” e a tutti i nuoresi, è il parroco del Rosario e della Cattedrale don Giovanni Maria Chessa: «Si tratta di una chiesa storica, nella quale per secoli hanno pregato i nostri antenati. Per diversi anni – dice – è stata anche sede parrocchiale nel mentre che si restaurava la vicina chiesa del Rosario. Nel corso della storia è stata il cuore di Santu Predu ma purtroppo diverse vicissitudini la hanno tenuta a lungo chiusa. Oggi c’è una sensibilità nuova che renderà di nuovo fruibile questo bene». I lavori: «Fin da subito sono state messe in sicurezza tutte le opere contenute sia all’interno che all’esterno secondo quanto prescritto dalla Soprintendenza – spiega il sacerdote –. I lavori di restauro conservativo riguardano il sito a tutto tondo e quindi anche la sacrestia e il cortile. Tutto è stato preso in considerazione: la sistemazione del tetto, l’adeguamento degli intonaci ma anche gli infissi e la pavimentazione. Non sarà necessario procedere allo spostamento della sepoltura di Ciusa – conclude –. Per ora, tutte le opere d’arte sono state spostate esclusivamente per la ristrutturazione». Solo a restauro terminato sarà possibile scoprire se Nuoro tornerà a riappropriarsi di una verità riemersa alcuni decenni fa: Francesco Ciusa, infatti, non ha mai vinto la Biennale veneziana come era erroneamente riportato nella lapide dedicata allo scultore posta in facciata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative