Marcia dei malati per il diritto alla salute
di Kety Sanna
L’associazione “Vivere a colori” chiede un incontro in Regione. Pintore: «Giù le mani dall’ospedale, a rischio le nostre cure»
26 gennaio 2021
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NUORO. Sono pronti a marciare su Cagliari e a varcare il mare in nome del diritto alla salute. Non intendono rimanere a guardare immobili che l’ospedale San Francesco continui a sgretolarsi senza riuscire a dare più risposte al territorio. L’associazione di malati “Vivere a colori” ora chiama in raccolta tutti i cittadini per unire le forze e denunciare lo smantellamento di quello che sarebbe dovuto diventare il terzo polo della sanità sarda. Con una petizione in un solo giorno ha raggiunto più di 2500 firme. «Al San Francesco i tagli sono iniziati da tempo e continuano in modo inesorabile – dice Marilena Pintore, presidente dell’associazione che ha chiesto un incontro in Regione –. Noi saremo costretti ai viaggi della speranza per garantirci le cute e continuare a lottare per vivere. Qui pian piano hanno iniziato a tagliare, spostare e chiudere, fino a distruggere ciò che di buono avevamo. Adesso non possiamo più stare a guardare – aggiunge – dobbiamo fare in fretta e bloccare gli artefici di questo piano di distruzione della sanità barbaricina, a favore di altre realtà. Perché qui si continua a morire nell’indifferenza di tutti». La sanità nuorese, agonizzante da tempo, con il Covid ha avuto il colpo di grazia. Il depotenziamento del San Francesco, iniziato diversi anni fa con una lenta ma persistente emorragia del personale sanitario, ha portato all’indebolimento del sistema, arrivato ormai al limite del collasso. Le continue trasferte dei medici verso altri ospedali hanno letteralmente sguarnito i reparti e con l’arrivo della pandemia, i pochi specialisti rimasti sono stati chiamati a turnare anche per far fronte all’emergenza. Nel nosocomio barbaricino mancano all’appello 134 medici e oltre un centinaio di infermieri che, in questo momento, avrebbero potuto fare tanto.
«Siamo in molti – aggiunge Pintore – solo il nostro gruppo conta oltre 5mila persone, e ora più che mai siamo pronti a difendere il nostro ospedale, diventato un presidio “fantasma” dove non vengono più garantite terapie e interventi chirurgici. Chiediamo, perciò, l’immediata ripresa dei percorsi diagnostici, terapeutici e chirurgici; la riapertura dei reparti chiusi e il potenziamento di quelli ancora operativi. Vogliamo il ripristino delle piante organiche attraverso nuove assunzioni di operatori e di direttori non più facenti funzioni e infine – conclude – chiediamo lo sblocco delle liste d’attesa e dei concorsi per le scuole di specializzazione. Il nostro urlo di protesta proseguirà a Roma. Ci arriveremo con la tradizionale “valigia sarda” colma delle testimonianze di noi malati oncologici, degli ematologici, dei nefropatici e dei trapiantati. Trasporterà oltremare le nostre preoccupazioni, le sofferenze e le angoscianti incertezze per l’attesa delle prestazioni sanitarie che non sempre vengono garantite». A sostegno della protesta Silvia Cadeddu, presidente della Conferenza territoriale socio sanitaria della Assl di Nuoro che aggiunge: «Si sta assistendo da tempo a un lungo e inesorabile smantellamento del presidio. Ogni perdita è un danno irrimediabile, dobbiamo dire basta. Non possiamo continuare a subire. Occorre trovare una soluzione. Domani incontrerò la commissaria straordinaria Gesuina Cherchi che insieme al direttore sanitario Grazia Cattina hanno sempre mostrato grande sensibilità nei confronti dei disagi vissuti dai pazienti». La mobilitazione per la sanità si annuncia forte. Il sindaco Andrea Soddu che ha parlato con il commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi per trovare soluzioni immediate ai gravi problemi dell’ospedale, ha indetto per venerdì un nuovo incontro con tutti i sindaci del territorio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Siamo in molti – aggiunge Pintore – solo il nostro gruppo conta oltre 5mila persone, e ora più che mai siamo pronti a difendere il nostro ospedale, diventato un presidio “fantasma” dove non vengono più garantite terapie e interventi chirurgici. Chiediamo, perciò, l’immediata ripresa dei percorsi diagnostici, terapeutici e chirurgici; la riapertura dei reparti chiusi e il potenziamento di quelli ancora operativi. Vogliamo il ripristino delle piante organiche attraverso nuove assunzioni di operatori e di direttori non più facenti funzioni e infine – conclude – chiediamo lo sblocco delle liste d’attesa e dei concorsi per le scuole di specializzazione. Il nostro urlo di protesta proseguirà a Roma. Ci arriveremo con la tradizionale “valigia sarda” colma delle testimonianze di noi malati oncologici, degli ematologici, dei nefropatici e dei trapiantati. Trasporterà oltremare le nostre preoccupazioni, le sofferenze e le angoscianti incertezze per l’attesa delle prestazioni sanitarie che non sempre vengono garantite». A sostegno della protesta Silvia Cadeddu, presidente della Conferenza territoriale socio sanitaria della Assl di Nuoro che aggiunge: «Si sta assistendo da tempo a un lungo e inesorabile smantellamento del presidio. Ogni perdita è un danno irrimediabile, dobbiamo dire basta. Non possiamo continuare a subire. Occorre trovare una soluzione. Domani incontrerò la commissaria straordinaria Gesuina Cherchi che insieme al direttore sanitario Grazia Cattina hanno sempre mostrato grande sensibilità nei confronti dei disagi vissuti dai pazienti». La mobilitazione per la sanità si annuncia forte. Il sindaco Andrea Soddu che ha parlato con il commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi per trovare soluzioni immediate ai gravi problemi dell’ospedale, ha indetto per venerdì un nuovo incontro con tutti i sindaci del territorio.
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