La Nuova Sardegna

Nuoro

Operatori di Pratosardo, ricorso contro la Tari

di Francesco Pirisi
Operatori di Pratosardo, ricorso contro la Tari

Il presidente del Consorzio Pittorra: tassa aumentata del 360 per cento «L’imposta pesa in modo uguale su chi lavora e su chi ha dovuto chiudere»

29 gennaio 2021
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NUORO. Gli operatori di Pratosardo ricorreranno alla magistratura amministrativa contro l’aumento della Tari, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Già dato il mandato a un avvocato, con le firme sinora di una ventina di imprenditori. La controparte è l’amministrazione civica, che nell’area artigianale gestisce la raccolta dei rifiuti con la società “in house” E-Comune. Promotore dell’azione legale è il Consorzio degli operatori, presieduto da Gian Piero Pittorra: «Riteniamo la tassa ingiusta e non legittima – spiega Pittorra – considerato che il servizio non soddisfa le esigenze delle aziende. Tutte le imprese infatti – aggiunge – oltre a pagare la Tari agli uffici del municipio, devono poi fare dei contratti separati con E-Comune per l’effettivo smaltimento della spazzatura prodotta dalle attività produttive». La molla che ha fatto scattare la decisione di rivolgersi al Tar è stata la decisione dell’amministrazione civica di non riconoscere più lo sconto dell’80 per cento della tassa alle aziende dell’area di Pratosardo, derubricata per diversi anni a “zona non servita”. «Il Comune ha deciso di considerare la zona coperta dal servizio – spiega ancora Gian Piero Pittorra – e fare pagare la tassa per intero. In pratica un aumento del 360 per cento – fa i conti il presidente degli operatori – senza che però in pratica il servizio sia granché cambiato rispetto a prima. Perché, in ogni caso, se vogliamo smaltire i rifiuti dobbiamo continuare a fare le convenzioni aggiuntive con l’azienda “in house” del Comune». Le ragioni del ricorso proprio in quello che per gli operatori è un paradosso. Il cambio di tariffa non è stato tuttavia un fulmine a ciel sereno. Le intenzioni del Comune di rivedere la tariffazione erano note. Tanto che tra le parti c’è stata un’interlocuzione. Pittorra conferma: «Il dialogo era in corso e noi avevamo avanzato alcune proposte. Quella preferibile – ricorda – era di non applicare la tassa della Tari, con la garanzia che ogni singolo operatore avrebbe poi stipulato dei contratti diretti con E-Comune. Ma si poteva, in ultima battuta – aggiunge – anche lasciare il vecchio sistema di una tassazione bloccata al 20 per cento e utilizzare i soldi risparmiati per far fronte ognuno alle necessità aziendali di ritiro dei rifiuti». Il Comune ha scelto in maniera diversa. Ma gli operatori non si piegano alla soluzione. Il perché è anche in questi aspetti, che illustra il presidente degli operatori: «Oltre ai motivi anzidetti, si tratta di un metodo indiscriminato. La tassa, infatti, pesa in maniera uguale sui capannoni dove si lavora e produce e su quelli dove invece l’attività è chiusa». Nelle considerazioni di Pittorra anche una punta di rammarico: «Non sono state prese in considerazione le nostre proposte – dice – e per di più hanno aumentato le tasse in piena pandemia, quando tutte le aziende hanno bloccato l’attività». Nel settore, c’è anche un altro elemento di lamentela che corre sul filo tra Pratosardo e il municipio del capoluogo. L’ecocentro oggi a scartamento ridotto e che gli imprenditori dicono di non poter usare: «Per noi il servizio non esiste. Se devo smaltire un materiale o dei rifiuti in genere – dice il presidente – mi devo “travestire” da Gian Piero Pittorra, perché l’ecocentro è riservato ai privati non imprenditori. Una cosa umiliante». Quello della zona industriale è uno dei due eco-centri realizzati nel territorio comunale. L’altro è urbano, a “Funtana Buddia”, proprio al confine con Città nuova. La sua destinazione già in partenza è stata quella di soddisfare le necessità domestiche della popolazione. Gli operatori chiedono che quello di Pratosardo torni a disposizione delle aziende.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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