La Nuova Sardegna

Nuoro

«Orgosolo dice no alla nuova discarica»

di Nino Muggianu
«Orgosolo dice no alla nuova discarica»

Aziende agroalimentari in aperto contrasto con il Comune: questa scelta precluderà eventuali investimenti futuri

31 gennaio 2021
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ORGOSOLO. Si infiamma la polemica per la nascita del nuovo ecocentro. Il motivo? Secondo un gruppo di cittadini sta per essere realizzato a pochi metri da imprese agroalimentari e nei pressi di tanti appezzamenti di terra dove si coltivano orti di famiglia. L’iniziativa è stata definita “scellerata” dagli operatori, per l’impatto ambientale che ne consegue. Gli imprenditori non ci stanno e chiedono all’amministrazione «di retrocedere dalla decisione e di orientare il progetto nel sito del vecchio depuratore che avrebbe un minore impatto ambientale, lasciando libera da attività inquinanti un’area destinata a nuove iniziative economiche e commerciali». Dal canto suo, il sindaco Dionigi Deledda, dopo un incontro con gli operatori, non ha voluto sentire ragioni: i finanziamenti destinati alla realizzazione del centro – ha risposto il primo cittadino – devono essere spesi nel più breve tempo possibile. «Per la discarica del centro ecologico sapeva che l’amministrazione era obbligata a trovare un sito per il Centro raccolta ecologico, ma mai avrei immaginato che la scelta ricadesse proprio all’interno della zona artigianale – dice il vice presidente delle Cantine di Orgosolo Luciano Mesina –. Ho dei dubbi sulla regolarità di questa struttura all’interno della zona Pip, sicuramente è in forte contrasto con le attività agroalimentare esistenti e ne precluderà eventuali investimenti futuri per altre che potrebbero insediarsi, penso a un oleificio, un salumificio un caseificio. Per quanto ci riguarda faremo il possibile per impedire che venga realizzato il centro, una scelta che l’amministrazione deve rivedere al più presto». «Di certo non è una buona cartolina di presentazione per la mia azienda che trasforma le materie prime in liquori e vende al pubblico i propri prodotti – aggiunge Piera Cadinu titolare di Ca.Ru –. Ma quello che mi domando è come mai l’amministrazione ha voluto un sito così impattante, in quella zona dove essa stessa ha costruito un locale con finalità agroalimentari?». Contrari al progetto anche gli altri operatori della Pip che non lavorano nel settore dell’agroalimentare: «Il sindaco ci ha spiegato che l’impatto ambientale è ridotto al minimo, ma non mi ha convinto, – ha sottolineato il marmista Pasquale Goddi –. Mi immagino sacchi di immondizia sparsi qua e là, e l’aria ammorbata dovuto al conferimento degli oli esausti quando non di altri scarti, animali inclusi, con il conseguente svolazzare di gabbiani, cornacchie, corvi». Critici anche i proprietari degli orti vicini. «Io, come tutti gli altri agricoltori o hobbysti di questa zona non vi è giorno che lavoro nell’orto, che non è solo un passatempo ma anche un aiuto concreto alla mia famiglia – spiega Raffaele Muscau –. Ritengo, quella del sito, una scelta scellerata da parte del sindaco che nonostante le sue rassicurazioni ci preoccupa. E’ una scelta incomprensibile, fatta in solitaria senza coinvolgimento delle parti interessate».

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