La Nuova Sardegna

Nuoro

Borore, l’appalto contestato per gestire la Rsa

di Enrico Carta
Borore, l’appalto contestato per gestire la Rsa

Al processo Hazzard la consulente ricostruisce come avvenne l’assegnazione della struttura

10 febbraio 2021
2 MINUTI DI LETTURA





BORORE. Rileggendo alcune intercettazioni, l’accusa arriva al momento che ritiene determinante per descrivere il clima che si sarebbe respirato a Borore nel periodo in cui Salvatore Ghisu era diventato sindaco. L’attenzione, all’udienza di ieri, è su un passaggio che, per il pubblico ministero Armando Mammone, costituisce l’evidenza del sistema di gestione poco limpida degli appalti pubblici che sarebbe stato messo in piedi dal primo cittadino e da amministratori di altri Comuni dell’Unione del Marghine, con la complicità di professionisti che si giovavano dell’assegnazione degli incarichi.

In aula sta deponendo la consulente Ivana Mattu, dipendente dell’Ispettorato del lavoro a cui la procura affidò l’esame di una serie di atti amministrativi. In una frase l’ex sindaco, elemento chiave dell’inchiesta Hazzard che ha portato al processo tredici persone, dice che non avrebbe fatto più lavorare un imprenditore per via del suo atteggiamento verso l’azione politica della giunta. La lunga deposizione, che proseguirà il 4 maggio quando saranno gli avvocati difensori a porre le domande e a provare a ribaltare l’accusa, verteva sull’affidamento dell’appalto della residenza sanitaria assistita di Monte Sant’Antonio. Il pubblico ministero, chiamando in causa proprio Salvatore Ghisu e l’ex segretario comunale di Borore, Giuseppe Mura, contesta la violazione delle norme sugli appalti e ritiene che ci siano state azioni contrarie a quanto indicato dal capitolato.

L’accento è stato posto sul fatto che la residenza per anziani, la cui gestione fu affidata alla cooperativa Sacro Cuore, si trovava al di fuori del centro abitato e non esisteva un collegamento coi mezzi pubblici. Quindi si è fatto riferimento all’assegnazione della gestione che avvenne con una contrattazione diretta che non sarebbe stata regolare perché, secondo la consulente, ci sarebbe voluta una gara d’appalto. Ultimo aspetto il fatto che i lavori di adeguamento della struttura, a differenza di quanto prevedeva il capitolato, sarebbero stati eseguiti a spese del Comune che avrebbe anche sorvolato su un debito di 39mila euro.

La difesa non ha avuto modo di entrare ancora nello specifico di questi argomenti e lo farà nel controinterrogatorio alla prossima udienza. Gli avvocati Massimo Delogu e Gianfranco Siuni hanno però contestato ripetutamente la ricostruzione fatta dalla consulente, in particolare i riferimenti al responsabile del procedimento. L’avvocato Siuni, che difende l’ex primo cittadino, ha poi prodotto la documentazione relativa alla soglia minima con cui l’appalto può essere assegnato tramite contrattazione diretta: non 20mila euro come sostiene la consulente, ma 40mila. Sarà materia di discussione anche il 4 maggio.

In Primo Piano
Il dramma

Lei lo aveva denunciato per stalking, lui cerca di ucciderla travolgendola con l’auto: grave una donna a Carbonia

Le nostre iniziative