La Nuova Sardegna

Nuoro

Le maschere di Bosa restano a casa

di Alessandro Farina
Le maschere di Bosa restano a casa

“Carrasegare ’Osincu”, s’Attitidu e Giolzi si fermano per l’emergenza sanitaria

16 febbraio 2021
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BOSA. Il Corso e il centro storico della città del Temo non brulicheranno oggi delle maschere tradizionali del “Carrasegare ’Osincu”. Le norme sul distanziamento e il divieto di assembramento fanno saltare un altro degli appuntamenti attesi dai bosani, dopo Giogia Laldagiolu, la sfilata del giovedì grasso, e il sabato delle Cantine in maschera: quello con le prefiche in nero di S’Attitidu al mattino e le maschere in bianco di Giolzi dall’imbrunire, secondo la cultura e le usanze locali.

Per mantenere viva la tradizione, però, l’associazione Karrasegare ‘Osincu e la Pro loco si affidano ai social contest, e la radio locale assicura alcune trasmissioni nei giorni clou della kermesse satirica. Ma è chiaro che la pandemia ha assestato un duro colpo ai bosani in uno dei momenti più attesi dell’anno, anche se giustificato dalla necessità di non abbassare la guardia ed evitare situazioni che possano favorire il contagio e compromettere gli sforzi realizzati in questi mesi. «Ci saranno altre occasioni e altri carnevale, forse già la prossima estate» la riflessione del sindaco Piero Franco Casula che con una lettera ha richiamato tutti al senso di responsabilità, invitando a non abbassare la guardia e a rispettare i sacrifici fatti in questi lunghi mesi di emergenza sanitaria. Tanto più in una cittadina che vede nel turismo, e quindi nel commercio e nei servizi, settori fondamentali dell’economia locale. Il lungo periodo di chiusura durante la primavera scorsa, le restrizioni autunnali e di fine anno, insieme alle due settimane in “arancione” di inizio 2021, hanno pesato inevitabilmente sul bilancio delle attività, nonostante la breve, seppur positiva, parentesi estiva.

Non resta ora che guardare all’imminente periodo Pasquale e alla futura stagione estiva, con la speranza che i sacrifici fatti e la rinuncia alle tradizioni siano serviti a qualcosa.

L’augurio è che questo lungo e pesante periodo possa diventare a breve un ricordo, e che la ripresa di tutti i settori faccia ripartire l’economia messa a dura prova dalla gravissima crisi. Rinunciare al carnevale, come richiesto dal primo cittadino di Bosa alla comunità, come ultimo sacrificio, in vista della ripartenza.

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