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SINISCOLA 

Contro i manifesti anti-aborto le voci di tante associazioni

Contro i manifesti anti-aborto le voci di tante associazioni

SINISCOLA. Proteste anche a Siniscola contro i manifesti antiabortisti recentemente affissi dall’associazione Pro vita. Il gruppo femminista “No una de mancu” contesta il messaggio contenuto in...

21 febbraio 2021
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SINISCOLA. Proteste anche a Siniscola contro i manifesti antiabortisti recentemente affissi dall’associazione Pro vita. Il gruppo femminista “No una de mancu” contesta il messaggio contenuto in quanto «colpevolizza la scelta delle donne e condanna l’aborto come una pratica criminale». Nelle parole del collettivo locale, «la legge 194 del 1978 è stata fortemente voluta dalle donne e confermata da un referendum popolare per mettere fine alle tragiche conseguenze degli aborti clandestini. Da quando la 194 è in vigore gli aborti in Italia sono calati. Quello che consentirebbe di ridurne ulteriormente il numero è una diffusione capillare dell’educazione alla sessualità». Tra le rivendicazioni del gruppo anche «anticoncezionali sicuri a costi accettabili per tutte le donne e le ragazze». Condannato, quindi, il carattere sciovinista della campagna volto a minare i principi dell'autodeterminazione femminile con la frase “Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta”. «Ci siamo rivolte all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria segnalando questi manifesti come pubblicità ingannevole e scorretta a danno delle donne. Chiediamo anche l'intervento del sindaco per rimuoverli».

E sulla stessa lunghezza d’onda si esprime anche Caterina Floris, consigliera comunale del gruppo Unione per Siniscola-Zente nova. «Si usa la libertà di parola come un alibi, anche se in realtà la libertà è diversa da dal voler imporre una legge che limiti la libertà autentica di decidere che fare della propria vita. Infatti, gli antiabortisti confondono la vita reale con l’idea stessa della vita – spiega Floris –: calpestano la prima nel nome della seconda. Per questo, hanno un approccio antiscientifico e una narrazione ideologica retaggio inquisitorio della volontà di imporre la propria morale». Per Caterina Floris e tante donne siniscolesi che ieri hanno animato il dibattito sui social, «L'aborto non è un delitto ma un diritto conquistato con la lotta, anche contro la setticemia che quando clandestino, uccideva centinaia di donne in ogni sottoscala del mondo. Il diritto all'aborto è una questione privata – conclude – riguarda la libertà della donna, la sua intimità e coscienza, e tanto basta. Non si tratta di essere favorevoli o contrari, ma di lasciare la possibilità di decidere. Non è una scelta a cuor leggero. Sicuramente, non delegabile ad altri, uomini e donne quali siano. È la scelta di una sola donna la quale, semmai, deve essere sostenuta e sorretta in quella scelta».

Anche le donne della Cgil respingono il paragone tra aborto e omicidio mentre una altra donna, parla di tentativi per affossare le libertà conquistate: «se ci si occupasse di più dell'atroce problema dei femminicidi sarebbe più opportuno», dicono. (m.p. e s.s.)

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