La Nuova Sardegna

Nuoro

Covid, i dati infondono fiducia

di Francesco Pirisi
Covid, i dati infondono fiducia

Al consiglio comunale aperto l’ultimo bilancio: dai 600 casi settimanali di dicembre ai 60 attuali

24 febbraio 2021
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NUORO. La variante inglese accertata la settimana passata dagli specialisti del San Francesco, conferma che sulla lotta al Covid non si può abbassare la guardia. Il commissario dell’Ares l’ha confermato lunedì a Nuoro, durante il consiglio comunale, aperto, sulla sanità: «Siamo in “stand by” e non possiamo ripartire con un gestione ordinaria dei servizi». L’assunto vale prima di tutto per Nuoro, che ha il laboratorio Covid e l’Unità complessa di Ematologia dentro il progetto nazionale di studio e sorveglianza delle nuove varianti Sars Cov-2, coordinato dall’Istituto superiore di sanità.

«I casi accertati a Nuoro sono stati presi in carico e si cerca di isolare il fenomeno», ha spiegato alla platea di sindaci e associazioni di pazienti, riuniti all’Eliseo, il funzionario dell’Ares, Stefano Flamini, inviato della commissaria dell’Assl, Gesuina Cherchi. I numeri sul Covid infondono fiducia: «I 1553 casi di dicembre – ha comunicato Flamini – dal primo gennaio a oggi si sono ridotti a 1131. Il dato che meglio delinea la situazione – ha proseguito – è quello dei casi settimanali, che dai 600 di dicembre sono passati ai 60 per le ultime due settimane».

Novembre e dicembre sono stati ancora i mesi della grande emergenza. Al “San Francesco” i malati di Covid bloccati dentro le ambulanze, per giorni, nel territorio diversi decessi, tanto da fare andare su tutte le furie alcuni sindaci. Guidava ancora l’Assl, Grazia Cattina, che lunedì ha fatto la ricomparsa sul palco dell’Eliseo, per raccontare la sua verità: «Nella seconda ondata, a partire dal mese di agosto – ha spiegato – nel nostro territorio abbiamo avuto 8mila positivi. Il ponto soccorso del “San Francesco” – è stato ancora il racconto – ha consentito l’accesso a mille pazienti, 600 dei quali sono stati ricoverati. Questo per dire che, nonostante le carenze di organico, già dette e conosciute, i nostri ospedali hanno svolto il servizio con competenza e attenzione».

Proprio Cattina ha rimarcato, sul “San Francesco”: «Ha una vocazione territoriale che va oltre la provincia». L’aspetto accresce però l’intensità della sofferenza a cui va incontro da alcuni anni. La raccontano una serie di cifre emerse nel dibattito all’Eliseo: sono 130 i medici sotto quello che è l’organico ordinario, mentre una ventina di responsabili mancano nei reparti. L’altro nervo scoperto è la medicina territoriale. A Nuoro sono state ribadite dalla sindaca di Olzai, Maddalena Agus, «le gravi conseguenze del fatto di non avere un medico di base». La Sardegna ha oggi una carenza di 300 professionisti, rispetto ai 1200 in attività. Sono l’emblema di un servizio nei distretti che qualche lustro addietro ha allargato le ali e poi le ha ritirate. Tanto da fare rimarcare al primo cittadino di Gavoi, Salvatore Lai: «Uno scienziato ha detto che nei territori è stata persa la battaglia sul Covid. Credo – ha aggiunto Lai – che vada rispolverata la delibera della direttrice dell’Assl, Cattina, per ripristinare tutte le ore di medicina nel territorio che sono state tolte». L’assessore regionale, Mario Nieddu, nell’incontro di Nuoro, ha garantito che i concorsi per i medici e altre figure sanitarie (63 i bandi), daranno riposte sia negli ospedali, sia nelle antiche condotte di provincia. L’incertezza e le deficienze sono altrettanti motivi per l’attacco politico. In questo caso quello del Pd nuorese: «La situazione di grave crisi in cui versa tutta la sanità del nostro territorio, è da attribuire prioritariamente alle scelte dell'assessore regionale, Nieddu, e al partito che lo sostiene, la Lega», affermano in una nota i consiglieri comunali, Carlo Prevosto e Natasha Demurtas, insieme al consigliere regionale, eletto nel Nuorese, Roberto Deriu. «Da quando è iniziata l'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid – aggiungono gli esponenti Dem – l'ospedale San Francesco è stato inspiegabilmente declassato nel tempo: sono state dimenticate le esigenze che riguardano tutte le altre patologie. Purtroppo, non c'è solo il Covid, con cui fare i conti. Ma è necessario – ricordano - garantire la prevenzione e l'assistenza quotidiana anche ai malati con patologie altrettanto gravi».

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