La Nuova Sardegna

Nuoro

Un flop la lotteria degli scontrini

di Simonetta Selloni
Un flop la lotteria degli scontrini

Indagine dell’Ascom: primo mese deludente, consumatori disinformati e costi eccessivi per le imprese

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NUORO. La lotteria degli scontrini? Un flop. A dispetto della (anche preoccupante) propensione al gioco d’azzardo dei nuoresi, ma che evidentemente non si è trasferita nel gioco a premi pensato quale lotta contro l’evasione fiscale. E nemmeno ha dimostrato di avere appeal l’entità dei premi messi in palio: dieci al mese di 100mila euro l’uno per i consumatori, 20mila euro per gli esercenti. Prima estrazione l’ 11 marzo.

L’indagine di Confcommercio Nuoro Ogliastra dimostra inequivocabilmente che l’intera operazione è, a voler essere clementi, deludente. All’indagine hanno risposto 435 commercianti di vari settori, dall’abbigliamento, agli alimentari, alle gioiellerie, ristoranti, bar, negozi di ferramenta. Da San Teodoro a a Tertenia, da Nuoro a Bosa. Il 55,6 delle imprese non ha ancora inserito alcun codice, il 27,4 da zero a 5 codici giornalieri e il 17 per cento da 6 a 10 codici giornalieri. Nessuno ha dichiarato di inserirne più di dieci. «Non certo un bel risultato visti gli sforzi profusi dalle imprese per farsi trovare preparate», dicono Gianluca Deriu, direttore dell’Ascom, e Nadia Secchi, vice presidente dell’associazione.

Allora vediamoli, questi sforzi. L’83 per cento delle imprese ha adeguato il registratore telematico per poter rispondere alle esigenze di chi presenta il codice di partecipazione alla lotteria, viceversa il 16,9 per non si è ancora adeguato, ma lo farà nelle prossime settimane. Anche perché l’utente potrebbe segnalare l’inadempienza all’Agenzia delle entrate, che attiverebbe un controllo.

Ma quanto è costato l’adeguamento ai commercianti già messi in ginocchio dal Covid? Ancora Deriu: «L’aspetto economico dell’adeguamento è uno dei tasti dolenti e oggetto di forti lamentele, infatti il 32,4 per cento ha speso oltre 200 euro, praticamente un ulteriore 25/30 per cento del valore di acquisto del registratore telematico. Il 12,90 ha speso tra i 150 e 200 euro; il 22,6 per cento tra i 100 e 150 euro, il rimanente 32,10 per cento ha speso meno di 100 euro».

Il 60,1 per cento rileva il codice cliente con lo scanner e il rimanente 39,9 lo inserisce a mano sul registratore telematico: più tempo perso e maggior rischio di commettere errori.

Ecco uno degli aspetti più curiosi della rilevazione: quanto sono informati i clienti sulla lotteria degli scontrini. Il 16,4 è informato e conoscono bene il meccanismo, mentre è poco informato il 66,7 per cento. Ignora la questione il 17,9 per cento.

«Forse è il caso che a fronte delle spese affrontate dalle imprese per dotarsi degli strumenti per la Lotteria i consumatori possano venir informati meglio. Una fetta importante della popolazione anziana ignora totalmente la lotteria e una parte importante non sa come si scarica il codice vista la poca dimestichezza con gli strumenti informatici, tant’è che molti commercianti hanno fatto da “consulenti” a queste persone aiutandole a scaricare dal sito il codice», sottolineano Deriu e Secchi.

Ne consegue che i consumatori (informati) per il 70,20 per cento richiedono direttamente l’inserimento del codice; il 29,80 per cento viene sollecitato dal commerciante.

Impietosi i giudizi i sulla lotteria. Il 41,3 per cento degli intervistati sostiene che si tratti solo di un costo per l’impresa e che visto il periodo si poteva rimandare a tempi migliori; lo ritiene un intoppo burocratico il 29,3 e il 29,9 per cento valuta la cosa una grande perdita di tempo.

Conclusione scontata. «Emerge la totale insufficienza di informazione nei confronti del consumatore e l’eccessiva macchinosità del procedimenti– è il giudizio di Deriu e Secchi –. Ma evidenziamo ancora una volta il costo elevato dell’adeguamento per l’impresa, al quale si sommano come sempre costi di transazione elettronica che devono comunque ridursi ulteriormente».

E il cashback? «Dai primi riscontri sembra materia per esperti informatici. Non parliamo dello Spid: altro che dialogo facilitato con la pubblica amministrazione. Meccanismi da gironi dell’inferno», rilevano dall’Ascom. Ma questa è un’altra storia. E non sembra a lieto fine.

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