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Nuoro

L’assessore contrattacca: «Io al centro di offese»

di Giulia Serra
L’assessore contrattacca: «Io al centro di offese»

Macomer, Rubattu parla dopo le accuse di sessismo contro Maria Luisa Muzzu «Si è prestata a una campagna persecutoria per la quale ho già sporto querela»

01 aprile 2021
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MACOMER. «Mi piacerebbe che la politica si muovesse su altri livelli, ma non consento a nessuno di ledere la mia onorabilità». È ferreo, intransigente e determinato a non fare un passo indietro Andrea Rubattu, l'assessore comunale finito al centro della polemica dopo lo sgradevole passaggio del suo intervento in aula rivolto alla ormai ex consigliera e capogruppo di minoranza Maria Luisa Muzzu. «Qualcuno, da candidato a sindaco, pensava che questa assemblea storica e importante fosse un salone di bellezza nel quale ostentare il proprio make-up» aveva detto l'assessore intervenendo in una riunione di Consiglio trasmessa in diretta sul web e divenuta in poco tempo oggetto di feroci critiche. «Quell'affermazione è figlia di pesanti offese che mi sono state rivolte, sia sul piano personale che professionale, e per le quali ho già provveduto a sporgere querela, vista la presenza di elementi perseguibili per legge» annuncia Andrea Rubattu rigettando le accuse di sessismo e ricostruendo il nesso causale sotteso a quelle esternazioni che, evidentemente, travalicano lo scontro politico e ne sviliscono i contenuti. L'assessore chiama in causa l'ultimo comunicato stampa firmato dal gruppo guidato dalla dottoressa Muzzu, nel quale si bollava come «incivile e diseducativa», oltre che in violazione delle disposizioni di legge, l'iniziativa assunta dall'esponente della maggioranza macomerese, che aveva deciso di dimettersi dal suo ruolo in Giunta per aderire alle proteste del mondo del fitness, da mettersi in pratica con la riapertura delle palestre. Per Andrea Rubattu quell'intervento è l'ultimo di una serie, destinati alla sua persona, che altro non sono che «volgari attacchi che palesano una volontà persecutoria continua e quotidiana, ai quali la ex candidata sindaca Maria Luisa Muzzu si è prestata. Attacchi con i quali si apostrofano le persone e la dignità del lavoro in maniera indegna per iniettare un veleno che ha una linea di continuità profonda e riconoscibile». L'assessore parla di «sessismo al contrario», derubricando la sua affermazione come una replica «ironica e sottile» da parte di chi si sente ormai «un bersaglio prediletto» delle forze di opposizione extra consiliari. Intanto però quella frase, lanciata come una pietra durante la massima assise macomerese, fa registrare anche la presa di posizione dell'associazione cittadina Punto Donna, che lancia l'hashtag #fuoriiviolentidalconsigliocomunale e sollecita le amministratrici e gli amministratori di Macomer «a prendere le distanze dalle parole dell'assessore Rubattu, altamente offensive non solo della dignità della dott.ssa Muzzu, alla quale esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà, ma anche di quella di tutte le donne che si sono sedute, siedono e siederanno in quei banchi».

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