La Nuova Sardegna

Nuoro

Il sindaco di Orgosolo racconta “Pratobello”

di Luciano Piras
Il sindaco di Orgosolo racconta “Pratobello”

In un libro di Dionigi Deledda la ricostruzione giorno dopo giorno della lotta pacifica del 1969

03 aprile 2021
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ORGOSOLO. Sono le 22,45 dell’11 giugno 1969: a Orgosolo gira voce di un incontro segreto tenuto da una decina di persone del paese e il prefetto di Nuoro chiuso con un accordo tra militari e pastori. La reazione è immediata. Il banditore pubblico, il signor Luigi Pilconi, «vero e proprio protagonista delle giornate di Pratobello, chiamò a raccolta tutta la popolazione per importanti comunicazioni sul poligono. Nonostante l’ora tarda e il poco preavviso, la gente si riversò immediatamente in piazza, ansiosa di conoscere le novità». È la dettagliata ricostruzione, giorno dopo giorno, ora dopo ora, che il sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda fa de “sa lota de Pratobello”, «una rivolta pacifica, senza armi, combattuta solo con la forza e la volontà del popolo di non arrendersi, nonostante la grandezza del “nemico”» sottolinea il primo cittadino in questo suo libro, “Orgosolo. Lotta di Pratobello 1969”, stampato nel settembre dell’anno scorso ma diffuso soltanto in queste settimana per via dei ritardi dovuti alle restrizioni per il Covid. Un volume di 272 pagine che raccoglie «tutta una serie di documenti inediti che abbiamo richiesti a Roma – spiega Deledda –, al fine di avere una visione più nitida degli eventi dell’epoca ed una fonte documentale originale. Tutti i documenti recuperati li abbiamo voluti pubblicare al fine di rendere edotti e partecipi quanti fossero interessati a queste memorie». Memorie di oltre mezzo secolo, che raccontano di «una intera comunità che è riuscita a far desistere lo Stato, vanificandone i progetti di occupazione dei terreni comunali per la creazione di un poligono militare». Un progetto calato dall’alto e subito rispedito al mittente da Orgosolo. Teatro della Storia, infatti, è un territorio votato all’agricoltura e alla pastorizia. «La comunità orgolese – sottolinea il sindaco Deledda – non poteva certo permettere la sottrazione di ettari di terreno, nemmeno dietro forti ricompense economiche, dimostrando così un attaccamento a valori più profondi e soprattutto non rinunciando alla propria identità, ben espressa in quel mondo agro-pastorale di cui lo Stato voleva derubarla».

Fotografie, davvero spettacolari, ritagli di giornale, dispacci ministeriali, lettere e segnalazioni sono la testimonianza vivente di quanto successo in quei giorni concitati e decisivi per il futuro del paese. «Tutti indistintamente, donne e uomini, grandi e piccini – scrive Dionigi Deledda –, presero parte alla causa, ognuno faceva tutto ciò che poteva. Partecipò quasi centenario ziu Battista Corraine “Zoeddu” che ancora aveva la forza di combattere in prima fila mettendosi davanti al camion dei soldati per scoraggiarne e bloccarne l’avanzata». Avanzata sconfitta con la forza dell’unità. «Furono l’unità e la compattezza a far vincere gli orgolesi nel difendere il proprio territorio» è la conclusione del primo cittadino, amministratore comunale dal 2000, sindaco al suo secondo mandato di fila, a partire dal 2010.

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