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Rocca contro Rocca per l’eredità: documenti bancari introvabili

di Simonetta Selloni
Rocca contro Rocca per l’eredità: documenti bancari introvabili

NUORO. Attraverso gli anni, a partire dal 1995, i genitori del dentista di Gavoi Francesco Rocca, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore, avrebbero costituito un...

09 aprile 2021
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NUORO. Attraverso gli anni, a partire dal 1995, i genitori del dentista di Gavoi Francesco Rocca, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore, avrebbero costituito un corposo patrimonio a beneficio di tutti i loro figli, Francesco, appunto, e le sorelle Paola e Anna. Lo avrebbero fatto attraverso atti di liberalità in favore di tutti loro: case, terreni, immobili vari, ma anche consistenti somme di denaro. In altri termini, tutti i figli di Tonino Rocca e Mariuccia Marchi, avrebbero avuto la loro quota ereditaria, ed è ciò che intendono dimostrare le avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabrò che tutelano gli interessi della figlia di Francesco Rocca e Dina Dore, nella causa civile intentata dalle sorelle e dalla madre di Rocca al dentista. Le tre donne, tutelate dagli avvocati Giovanni Pinna Parpaglia e Giampaolo Mura, ritengono che Francesco Rocca abbia giù avuto la sua parte di eredità, e che tra benefici ricevuti e altre spese sostenute (ad esempio quelle legali), si sia arrivati già alla cifra di 800mila euro, ben oltre la quota di eredità. Detto questo, quel che resta, questa è la tesi, dovrebbe rientrare nell’asse ereditario.

Ieri c’è stata un’altra udienza, attraverso produzioni documentali, davanti alla giudice del tribunale civile di Nuoro Tiziana Longu. La giudice, accogliendo le richieste delle avvocate Busia e Calabrò, aveva chiesto ad Anna e Paola Rocca e Mariuccia Marchi di produrre gli estratti dei conti cointestati dei genitori dal gennaio 1995 fino al 2018. Due conti: uno alla Banca Intesa (ex Commerciale) che però venne chiuso nel 2010, e uno alla Banca di Sassari. Negli estratti conto ci sarebbe la dimostrazione che ai figli, a tutti loro, vennero elargiti assegni, bonifici, somme di rilievo utilizzate perché ciascuno di loro tre – e non solo Francesco – potesse avere un consistente patrimonio.

I documenti bancari però non sono stati prodotti: nel caso di Intesa, non ci sarebbero (il conto è stato chiuso nel 2010); nessuna giustificazione invece per gli estratti conto non prodotti relativamente alla Banca di Sassari. Eppure, nell’atto di citazione della causa contro il dentista, figurano pagine di estratti conto risalenti al 1998 a sostegno delle tesi portate avanti dalle sorelle e dalla madre del dentista.

La causa Rocca-Marchi contro Rocca, secondo le avvocate Busia e Calabrò, sarebbe un escamotage per mettere al riparo il patrimonio di Rocca dalle richieste risarcitorie avanzate dai familiari di Dina Dore. Senza considerare che anche la figlia della donna uccisa, attraverso l’avvocata Busia ha fatto causa al dentista per il risarcimento dei danni patiti per la morte della mamma. Ora si attende la decisione della giudice sulla mancata produzione documentale richiesta dal Tribunale a Paola e Anna Rocca e a Mariuccia Marchi.

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