La Nuova Sardegna

Nuoro

Capo Comino, l’ex colonia dimenticata

Capo Comino, l’ex colonia dimenticata

I consiglieri Floris e Satta chiedono l’acquisizione al Comune a fini turistici

13 aprile 2021
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SINISCOLA. Ancora nulla di fatto sul passaggio dei beni ex Ersat al patrimonio del Comune. Sulla questione intervengono Antonio Satta e Caterina Floris di Zente Nova Unione per Siniscola. «Nel dicembre 2012, il consiglio comunale all’unanimità votava l’acquisizione a titolo gratuito degli immobili di proprietà dell’Agenzia Laore – spiegano Floris e Satta –. Parliamo della ex colonia di Capo Comino, del boschetto di eucalipti, dei vari edifici e di circa trenta ettari di terreni agricoli tra Capo Comino, Bèrchida e La Caletta. A distanza di nove anni quel passaggio non è mai stato fatto, la delibera comunale non ha avuto seguito e ciò si può imputare al lassismo delle ultime due amministrazioni nel promuovere azioni in grado di produrre effetti positivi in materia di politiche attive per il lavoro».

I beni di Capo Comino, spiegano, rappresentano la possibilità di creare posti di lavoro e servizi per il turismo la cui gestione potrebbe essere affidata ai disoccupati del territorio. Ciò senza prospettare cessioni di alcuna struttura a terzi, per gestire finalmente il bene comune.

La proposta è intercettare i contributi regionali per smaltire l’amianto nell’ex colonia, accendere un mutuo per ristrutturare i locali e sfruttare le volumetrie esistenti per aprire un ostello della gioventù con annesso punto ristoro o un centro ricettivo estivo per bambini in età scolare. Il boschetto di eucalipti accanto, invece, potrebbe ospitare un park skytrek o un campeggio, mentre le strutture all’interno del borgo botteghe artigianali con annessa esposizione. «La creatività non manca e le idee nemmeno – concludono – con un intervento su infrastrutture e arredi urbani si potrebbe rilanciare Capo Comino dopo anni di abbandono valorizzando l’esistente nel rispetto ambientale creando opportunità lavorative, fornendo servizi per il turismo e migliorando la qualità della vita di chi vi risiede. L’ostacolo da superare è concludere il passaggio di quei beni al Comune di Siniscola come hanno fatto in tutti gli altri centri sardi interessati da questo procedimento. Il caso di Siniscola, infatti è più unico che raro e non capiamo quali siano i problemi che hanno portato ad accumulare un ritardo di oltre nove anni». (s.s.)

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