La Nuova Sardegna

Nuoro

Il “San Francesco” sorvegliato speciale

di Luciano Piras
Il “San Francesco” sorvegliato speciale

L’assessore Nieddu e Temussi incontrano il personale. Blitz dei pentastellati. Saiu: «Vinceremo solo se lavoriamo insieme»

20 aprile 2021
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NUORO. «Stiamo scorrendo le graduatorie per l’assunzione delle varie figure specialistiche che mancano, ma tutto dipende dall’emergenza Covid: se da qui a due settimane i numeri calano, potremmo riprendere con il potenziamento dei reparti, se aumentano dovremmo riconvertire qualche altro reparto all’emergenza». È Massimo Temussi, commissario straordinario Ats, a fare il punto della riunione fiume tenuta ieri mattina dalle 10,30 alle 14,15 al San Francesco. Sorvegliato speciale, l’ospedale di Nuoro, con i vertici regionali alla ricerca di soluzioni per dare un futuro al Terzo polo sardo. La sanità barbaricina è ora una vera e propria “Questione barbaricina”. «Per quanto riguarda i primari stiamo programmando i bandi, ma è alle porte la Riforma, a luglio con i nuovi assetti aziendali si potrà decidere tutto» spiega Temussi, davanti all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu e al direttore sanitario Ats Giorgio Carboni. Arrivati da Cagliari per incontrare di persona i primari e i facenti funzione dei vari reparti ospedalieri di Nuoro. Un lungo faccia a faccia, presenti la manager Assl Gesuina Cherchi e la direttrice del presidio Grazia Cattina. Un confronto serrato, incentrato soprattutto sulla carenza di personale: al San Francesco mancano 130 medici, ben 22 primari e un centinaio di infermieri. Riuscire ad avere attribuzioni di personale sulla base dei reali fabbisogni è il tema centrale.

«La prima impressione è quella di una struttura in via di smantellamento, che, pezzo dopo pezzo, si sta spogliando dei suoi punti di forza» attaccano i consiglieri regionali del M5stelle arrivati in forze a Nuoro, proprio ieri mattina, per un sopralluogo all’ospedale di via Mannironi. Con loro, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, Desirè Manca, Alessandro Solinas, c’era anche il deputato Alberto Manca. «L’ospedale San Francesco, un tempo fiore all’occhiello della sanità sarda – dicono –, è oggi ridotto in stato di semi abbandono. Si percepisce che l’intenzione della Regione non è quella di potenziare la struttura nuorese, carente sotto diversi punti di vista, ma piuttosto di accentrare i servizi sanitari nelle città di Cagliari e Sassari».

«L’errata riorganizzazione della rete ospedaliera e il mancato potenziamento del personale hanno fatto precipitare la sanità nuorese in una situazione insostenibile» scrivono invece i consiglieri regionali del Pd, Roberto Deriu, e il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, primi firmatari di una mozione con la quale chiedono alla giunta Solinas di «aprire un tavolo sull’argomento, affinché si faccia un’analisi seria per evitare di distruggere completamente questo importante pezzo di sanità».

A tentare di mediare tra i fronti opposti è Pierluigi Saiu, consigliere comunale di minoranza a Nuoro e consigliere regionale di maggioranza: «Di fronte all’emergenza si resta uniti e si lavora insieme. Faccio di nuovo un appello a tutti i rappresentanti istituzionali del Nuorese perché si trovi la capacità di collaborare. Mi rivolgo davvero a tutti: parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, di tutti i colori politici» è l’invito del presidente della Commissione regionale Autonomia. «Ats ha comunicato che arriveranno pneumologi ma devono arrivare presto, per consentire all’hospice di riaprire e per sostenere, attraverso questo personale, l’attività del San Francesco. Non si parla abbastanza della grande fatica che tutto il personale sanitario deve sopportare per garantire l’operatività dei reparti e l’assistenza Covid».

«Ho chiesto una relazione dettagliata al primario della struttura – dice a proposito del “caso hospice” Massimo Temussi –, voglio capire come mai il reparto abbia chiuso pur essendoci due medici, sette infermieri, tre Oss e due psiconcologhe. Con questi numeri altre strutture sono operative. A Nuoro stanno arrivando sei nuovi pneumologi alcuni dei quali andranno all’hospice che deve immediatamente riaprire», conclude Temussi.

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