La Nuova Sardegna

Nuoro

Una vendita con molti sospetti

di Simonetta Selloni
Una vendita con molti sospetti

Orosei. Esposto di un allevatore ai carabinieri e alla Dda per 70 ettari acquisiti da una società siciliana

22 aprile 2021
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OROSEI. Una società agricola con sede a Boschitello San Mauro, comune di Caltagirone, provincia di Catania, si aggiudica un terreno di 68 ettari tra Orosei e Onifai, assegnato dall’Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. L’Ismea è un ente pubblico che sostiene l’imprenditoria agricola costituendo forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese, anche quelle giovanili. Ma su questa aggiudicazione vuole vedere chiaro un allevatore di Orosei, che aveva partecipato alla procedura per l’assegnazione avviata dall’Ismea, con un’ offerta superata però dalla Agribovini - società agricola a responsabilità limitata semplificata –. L’imprenditore agricolo di Orosei, dopo aver visionato gli atti e il verbale di aggiudicazione, ha deciso di chiedere all’Ismea lo stop alla procedura che dovrebbe perfezionarsi il 26 aprile, lunedì prossimo, con la presa in custodia del terreno, in attesa del rogito. Nel contempo, ha depositato un esposto-querela ai carabinieri di Orosei. Le perplessità manifestate dall’allevatore riguardano la sussistenza dei requisiti della Agribovini; al punto da informare anche la Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, Catania e Roma, la prefettura, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ipotizzando il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. Anche l’Ismea, ha in ogni caso attivato le segnalazioni all’autorità giudiziaria per ogni valutazione di carattere penale. Sempre l’Ismea ha sottolineato di essersi adoperata per la verifica delle informazioni inviate dall’allevatore, ma al momento non ha ritenuto di dover sospendere la procedura di evidenza pubblica.

La questione, sollevata dall’allevatore oroseino, è che la Agribovini appare essere una società quasi fantasma. Iscritta al registro delle imprese della Camera di commercio del Sud est Sicilia il 26 novembre 2018, ha iniziato la sua attività il primo giugno successivo. Il capitale versato è di mille euro, ha un unico socio che è anche amministratore unico. Si tratta di Saverio Marcinnò, un giovane 27enne di Caltagirone. Impossibile trovare un recapito della Agribovini, nonostante l’elenco delle attività ricomprese nell’oggetto esclusivo della società – la cura e lo sviluppo del ciclo biologico dei prodotti agricoli pastorizi e le attività connesse alla loro manipolazione, conservazione, trasformazione e valorizzazione –. Tra i punti indicati ci sono ovviamente “la gestione di aziende agricole prese in affitto e/o acquistate dalla società ricorrendo ai contributi statali ed altre agevolazioni previste dalla legge”. E, “l’acquisto e gestioni di terreni agricoli tramite finanziamenti Ismea, o altri istituti bancari, a tassi ordinari o agevolati”. Fin qui, nulla di strano, è più che giustificato e lecito che gli obiettivi di un’azienda agricola siano questi, come è assolutamente lecito il ricorso agli strumenti pubblici di finanziamento. Quel che è strano è che la Agribovini non abbia alcun recapito, neanche sulla telefonia mobile, dove essere rintracciata. E nemmeno risponde alla richiesta di contatto inviate all’indirizzo pec indicato.

Nell’esposto-querela, viene espressa la preoccupazione sulla natura dell’operazione. È l’asse Caltagirone-Orosei a sollevare più di un dubbio. Si chiede che venga approfondito il ruolo dell’aggiudicatario, rintracciato sui social, con attività lontana da quella agricola (si tratta di un muratore), eppure in grado, attraverso la stessa società, di partecipare all’acquisto di un altro compendio consistente (48 ettari), a Cinigiano, nel Grossetano appena due mesi dopo la costituzione della Agribovini. A oggi, quel fondo si troverebbe in totale stato di abbandono.

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