La Nuova Sardegna

Nuoro

Cani impiccati e uccisi: due allevatori a giudizio

di Valeria Gianoglio
Cani impiccati e uccisi: due allevatori a giudizio

Comincia il processo nei confronti di due pastori di Tanaunella. Il fatto è del 2019 In aula depone la parte lesa: «Accusavano i miei animali di azzannare gli agnelli» 

29 aprile 2021
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NUORO. Sono finiti a processo con l’accusa di aver impiccato e ucciso due cagnette “colpevoli” a loro giudizio di aver disturbato il loro gregge e avere azzannato un agnello. È approdata a processo ieri mattina davanti al giudice monocratico Giovanni Angelicchio, con l’audizione dell’allevatore e parte lesa, la vicenda giudiziaria che vede due allevatori di Tanaunella, Massimo Setzu, 36 anni, e Giovanni Ventroni, 32 anni, accusati del reato di uccisione di animali. Perché, “in concorso tra loro, per crudeltà e senza necessità, cagionavano la morte di due cani di razza meticcia, di proprietà di Emilio Ventroni, impiccandoli entrambi con due corde a una staccionata”.

Il fatto contestato risale al 13 settembre del 2019, ed era emerso dopo la denuncia presentata da un allevatore del paese: Emilio Ventroni. Era stato quest’ultimo, infatti, una mattina, dopo essersi recato nel suo terreno per accudire gli animali, a scoprire, tra raccapriccio e rabbia, che i suoi due cani erano stati impiccati con un filo di nylon alla recinzione che separava il suo podere da un’altra proprietà confinante. L’allevatore, sconvolto da quella terribile scoperta, si era rivolto subito ai carabinieri che erano intervenuti nel terreno per un sopralluogo, e con l’aiuto dei veterinari avevano constatato la morte dei due poveri animali e avevano stabilito che la causa era stata proprio l’asfissia.

Le indagini avevano imboccato sin dall’inizio una strada precisa. A fornire qualche spunto, del resto, era stato lo stesso Ventroni che, come ha raccontato ieri mattina in aula, al processo nel quale è stato sentito come teste e parte lesa, ai carabinieri aveva ricordato che il suo confinante Setzu, tempo prima, si era recato da lui dicendogli in sostanza che dopo aver ammazzato un primo cane, se non fosse intervenuto Ventroni sarebbe finita male anche per il secondo cane. Secondo quanto ha raccontato ieri rispondendo alle domande del pubblico ministero e della parte civile, rappresentata dall’avvocato Martina Cocco, Ventroni dopo quelle minacce aveva voluto vederci chiaro e capire se davvero il suo cane avesse azzannato qualche agnello.

«Ma ho visto che aveva il muso pulito, non aveva tracce di sangue» ha spiegato l’allevatore. Per poi aggiungere che dopo che aveva scoperto, sconvolto, il suo secondo cane impiccato, aveva deciso di appostarsi per capire chi fosse l’autore di quelle scorrerie notturne che causavano le morti degli agnelli di Setzu. E in uno di quegli appostamenti aveva osservato altri due cani entrare nel terreno del vicino. Forse erano gli stessi che avevano ammazzato pure due agnelli della sua proprietà.

Il processo ai due allevatori, entrambi difesi dall’avvocato Domenica Porcu, riprenderà il prossimo 29 settembre, dopo la pausa estiva delle udienze, con l’audizione di altri testi.

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