La Nuova Sardegna

Nuoro

«Non è come l’anno scorso, ma ancora peggio»

«Non è come l’anno scorso, ma ancora peggio»

La disperazione degli allevatori tra Orani, Orotelli e Oniferi: i danni subiti sono incalcolabili

05 maggio 2021
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ORANI. Cosa è stato fatto da parte della Regione Sardegna per prevenire l’invasione delle cavallette? L’interrogativo se lo pongono tutti i pastori e agricoltori con terreno tra Orani, Orotelli e Oniferi che da qualche settimana assistono al ritorno per il terzo anno dei voraci insetti. «Qua non è come l’anno scorso. È peggio!» ripetono tutti rispondendo alla domanda su come sia la situazione cavallette. Lo sconforto è tanto. La sensazione di abbandono altrettanta «Ho arato tutto quello che potevo arare» spiega Riccardo Puddu, 24 anni, oranese con azienda vicina al fiume. «Le indicazioni del resto erano quelle: con l’aratura dei terreni si distruggono le uova. Ma ci sono tanti terreni attorno che non sono stati arati. E succede che siamo di nuovo invasi. Oggi cavallette non se ne vedono perché piove e si nascondono. Nei giorni di caldo è pieno. E siamo sinceramente stanchi di questa situazione. La mia azienda subisce questa piaga dal 2019. E non abbiamo visto ancora nessun risarcimento. Arrivati a questo punto, e visto che le risorse annunciate sono 400 mila euro per un territorio colpito di 40 mila ettari (danni stimati da Laore per l’annata 2019 ndc), non avrebbe nemmeno senso riceverne perché sarebbe veramente una miseria. Preferisco che con quei soldi lavorino per risolvere il problema. E prevenire il problema per le prossime annate». Anche per Vittoria Baragliu, 35 anni, orotellese, si tratta di un problema di cui nessuno si è ancora occupato. Azienda di allevamento ovini, suini e bovini in quel di Oddini tra Orani e Orotelli, una delle zone più colpite. «È disperazione – commenta –, quando passano loro diventa tutto nero, e stiamo assistendo al ripetersi di un fenomento che doveva essere affrontato non di certo da noi pastori da soli. Ma ci doveva essere un coordinamento, una disinfestazione massiccia, un qualcosa insomma che andava fatto durante l’inverno, perché ora non le fermi più. Siamo soli davanti a questa cosa. È inutile che poi vengano i tecnici a fare la stima dei danni. Sarebbero dovuti intervenire prima e studiare un metodo per prevenirlo il problema».

Michele Ladu, 28 anni, pastore di Sarule con azienda divisa in due: una parte in agro di Bolotana e l’altra tra Orani, Oniferi e il confine con Orotelli, ci scherza sopra. «Ci daremo all’allevamento delle cavallette. Non ci resta altro da fare perché così ci stiamo solo mettendo di tasca».

Anche il fonnese Giovanni Mureddu, 42 anni, con azienda nelle campagne di Bolotana non sa più cosa fare. «Ho arato tutto – dice –. L’anno scorso avevo un campo di ortive. Un bell’investimento. Ebbene, di quelle verdure una minima parte sono riuscito a salvarle dallo sterminio delle cavallette. E quel poco l’ho donato alla Caritas. Lo sapevamo tutti che sarebbe andata così. Bisogna che negli uffici dell’amministrazione centrale decidano cosa fare: o ci danno contributi a pioggia e ci teniamo il problema. O si studia per eliminarlo e io preferisco di gran lunga la seconda opzione». (m.c.)

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