Nuovo stop al cantiere, rientra in pista Andreoni
di Paolo Merlini
L’impresa esclusa dall’appalto ha vinto il ricorso davanti al Consiglio di Stato Ora potrebbe subentrare nei lavori alla ditta Ortu e Caredda che è in ritardo
12 maggio 2021
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NUORO. Sono giorni decisivi per i lavori di ampliamento del museo Man in piazza Sebastiano Satta, un’opera pubblica di cui si parla da ormai vent’anni e che di sicuro non è nata e cresciuta sotto una buona stella. Nei giorni scorsi sulla vicenda è intervenuto il Consiglio di Stato con una sentenza che annulla l’aggiudicazione dell’appalto all’impresa Giuseppe Ortu, mandataria di un raggruppamento con l’impresa edile Caredda Giampiero srl. Appalto e lavori che erano in corso da oltre un anno e si sarebbero dovuti concludere il 24 maggio prossimo, cioè tra poco più di dieci giorni. In realtà chiunque si sia affacciato nell’ultimo periodo sul cantiere in piazza Satta capisce benissimo che i lavori sono tutt’altro che conclusi, anzi sono appena cominciati, nella migliore tradizione delle opere pubbliche in Italia. Per quantificarli, gli esperti della Provincia segnalano che sono attorno al 20% del completamento.
Il problema però non è questo, cioè la parziale inadempienza dell’impresa o il grave ritardo nell’esecuzione dei lavori, anche se questi elementi potrebbe avere un peso nella futura assegnazione dell’appalto. Il fatto sul quale si è pronunciato il Consiglio di Stato riguarda il ricorso al Tar, presentato nel 2019 dalle ditte Ortu e Caredda, arrivate seconde alla gara d’appalto promossa dalla Provincia di Nuoro, nel quale veniva evidenziato come la ditta prima classificata nella gara del 2018, Andreoni srl, avesse omesso di dichiarare una condanna penale per falso (peraltro ancora non definitiva) del proprio rappresentante legale. La condanna riguardava i lavori per la realizzazione dello stadio di calcio Is Arenas a Quartucciu. Secondo i ricorrenti, e secondo il Tar che aveva dato loro ragione, l’omissione di quella condanna sarebbe stata una violazione dei termini dell’appalto e dunque tale da inficiare il rapporto di fiducia che necessariamente un ente appaltante instaura con un’impresa esterna. L’impresa Andreoni aveva dunque ricorso al Consiglio di Stato, sostenendo in sostanza che l’omissione di quella condanna non aveva a che fare con i requisiti per la partecipazione ad appalti di opere pubbliche (e in effetti la società Andreoni ha attualmente in corso numerosi cantieri pubblici nell’isola) e che dunque rimaneva la legittima vincitrice del bando.
A quel punto la Provincia si era trovata davanti a un bivio, messa alla strette anche dalla concreta possibilità di perdere definitivamente finanziamenti regionali per un milione 240mila euro. E, confortata dal parere dei propri legali, nelle more del giudizio aveva comunque affidato l’appalto all’impresa seconda classificata, appunto la Ortu e Caredda che aveva vinto al Tar.
Ora il definitivo pronunciamento del Consiglio di Stato rimette in gioco l’impresa Andreoni, sostenendo che la mancata comunicazione della condanna non era sufficiente per escludere la ditta dalla gara, e che la Provincia avrebbe dovuto valutare l’incidenza della sua mancata attestazione ai fini dell’appalto in questione. A questo punto, dunque, con i lavori comunque sospesi, l’affaire Man torna al seggio di gara, dove verrà valutato se riassegnare l’appalto alla Andreoni (ipotesi più probabile) o continuare con Ortu e Caredda. Questi ultimi nel primo caso potrebbero farsi da parte, dietro il saldo dei lavori eseguiti, o potrebbero presentare ricorso, rendendo infinita la storia dell’appalto del Man. Andreoni potrebbe rifiutare un appalto che aveva vinto ben 3 anni fa, ma il fatto che ben poco dei lavori previsti sia stato eseguito potrebbe essere un incentivo a rientrare in campo. Di recente intanto la Provincia ha acquisito un immobile in piazza Satta, l’ex sede di Banca Sella, per il nuovo museo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il problema però non è questo, cioè la parziale inadempienza dell’impresa o il grave ritardo nell’esecuzione dei lavori, anche se questi elementi potrebbe avere un peso nella futura assegnazione dell’appalto. Il fatto sul quale si è pronunciato il Consiglio di Stato riguarda il ricorso al Tar, presentato nel 2019 dalle ditte Ortu e Caredda, arrivate seconde alla gara d’appalto promossa dalla Provincia di Nuoro, nel quale veniva evidenziato come la ditta prima classificata nella gara del 2018, Andreoni srl, avesse omesso di dichiarare una condanna penale per falso (peraltro ancora non definitiva) del proprio rappresentante legale. La condanna riguardava i lavori per la realizzazione dello stadio di calcio Is Arenas a Quartucciu. Secondo i ricorrenti, e secondo il Tar che aveva dato loro ragione, l’omissione di quella condanna sarebbe stata una violazione dei termini dell’appalto e dunque tale da inficiare il rapporto di fiducia che necessariamente un ente appaltante instaura con un’impresa esterna. L’impresa Andreoni aveva dunque ricorso al Consiglio di Stato, sostenendo in sostanza che l’omissione di quella condanna non aveva a che fare con i requisiti per la partecipazione ad appalti di opere pubbliche (e in effetti la società Andreoni ha attualmente in corso numerosi cantieri pubblici nell’isola) e che dunque rimaneva la legittima vincitrice del bando.
A quel punto la Provincia si era trovata davanti a un bivio, messa alla strette anche dalla concreta possibilità di perdere definitivamente finanziamenti regionali per un milione 240mila euro. E, confortata dal parere dei propri legali, nelle more del giudizio aveva comunque affidato l’appalto all’impresa seconda classificata, appunto la Ortu e Caredda che aveva vinto al Tar.
Ora il definitivo pronunciamento del Consiglio di Stato rimette in gioco l’impresa Andreoni, sostenendo che la mancata comunicazione della condanna non era sufficiente per escludere la ditta dalla gara, e che la Provincia avrebbe dovuto valutare l’incidenza della sua mancata attestazione ai fini dell’appalto in questione. A questo punto, dunque, con i lavori comunque sospesi, l’affaire Man torna al seggio di gara, dove verrà valutato se riassegnare l’appalto alla Andreoni (ipotesi più probabile) o continuare con Ortu e Caredda. Questi ultimi nel primo caso potrebbero farsi da parte, dietro il saldo dei lavori eseguiti, o potrebbero presentare ricorso, rendendo infinita la storia dell’appalto del Man. Andreoni potrebbe rifiutare un appalto che aveva vinto ben 3 anni fa, ma il fatto che ben poco dei lavori previsti sia stato eseguito potrebbe essere un incentivo a rientrare in campo. Di recente intanto la Provincia ha acquisito un immobile in piazza Satta, l’ex sede di Banca Sella, per il nuovo museo.
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