La Nuova Sardegna

Nuoro

Covid, il sindaco di Barisardo: «Gli operatori turistici vanno vaccinati subito»

Lamberto Cugudda
Ivan Mameli
Ivan Mameli

Ivan Mameli scrive all’assessore regionale Nieddu: «Un modo per mettere al riparo i lavoratori ma anche tutto il comparto» 

14 maggio 2021
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BARISARDO. L’esecutivo comunale guidato dal sindaco Ivan Mameli chiede che il personale delle strutture ricettive e del settore turistico in generale, bar, ristoranti, campeggi, hotel, b&b, e tutte quelle attività connesse e accessorie a continuo contatto con il pubblico, venga immediatamente vaccinato. Una richiesta formale è stata inviata, mercoledì pomeriggio, all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, e al commissario straordinario dell’Ats Sardegna, Massimo Temussi. «L’immediata vaccinazione di questa categoria – afferma il primo cittadino – metterebbe al riparo non solo i lavoratori che si trovano in condizioni di pericolo, ma la tenuta del sistema sanitario regionale. Conseguentemente, occorre anche risolvere la problematica connessa all’individuazione di soluzioni da adottare nel caso si verifichino e si riscontrino, all’interno delle strutture ed esercizi pubblici, dei casi di positività, per evitare la chiusura o limitazione di importanti attività economiche. E potere dare una pronta risposta a chi, da domani, si troverà di fronte un’utenza proveniente da ogni parte del mondo». A suo parere, con la stagione vacanziera oramai alle porte, è necessario «adoperarci tutti per fare della nostra isola un luogo che possa offrire a turisti e visitatori, oltre le proprie bellezze, anche garanzie per una vacanza sicura e serena attraverso protocolli sanitari idonei e piani di vaccinazione adeguati».

Il sindaco di Barisardo sottolinea l’importanza fondamentale del settore turistico, che ha evidenti ricadute economiche e occupazionali «soprattutto in comunità come le nostre, dove lo stesso rappresenta, assieme a quello agricolo, la prima fonte occupazionale». Ivan Mameli ricorda che nell’aprile 2020, in accordo con altri Comuni e con il settore turistico locale, la sua amministrazione propose l’attivazione di una struttura ricettiva, ribattezzata come “Albergo Covid”, dislocata all’interno del territorio ogliastrino.

Struttura da destinare ai vacanzieri senza necessità di ricovero, che avessero contratto il virus e si trovassero a soggiornare in qualsivoglia esercizio ricettivo del settore alberghiero ed extra-alberghiero. «Il tentativo di istituzione – conclude Mameli – venne perseguito in ogni modo perché si temeva il blocco delle attività economiche del settore che, per ovvie ragioni, non sono adeguate a ospitare persone che contraggono il Covid-19. Non fu assolutamente facile, soli e senza alcun supporto da parte di chi di competenza, da parte nostra trovare alloggi idonei per sopperire alla mancanza di un’organizzazione del piano di ricovero e ospitalità».

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