Pochi mezzi, lezioni frontali ridotte
di Alessandra Porcu
Macomer. L’Arst non è riuscita a garantire i pullman. Presenze garantite all’85%
05 giugno 2021
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MACOMER. «Il numero delle corse e dei pullman messi a disposizione dall’Arst non è sufficiente a garantire lo svolgimento della didattica in presenza al 100 per cento». La denuncia arriva da uno dei rappresentanti d’istituto del Liceo Galileo Galilei di Macomer. Matteo Manca, così come decine e decine di altri alunni, sarà, dunque, costretto a seguire le lezioni frontali all’85 per cento. «Sono veramente dispiaciuta che il problema irrisolto dei trasporti mi impedisca di assicurare la completa frequenza in aula dei ragazzi», sottolinea con amarezza la dirigente, Gavina Cappai. Dal canto loro, gli studenti pendolari si dicono stanchi della maniera in cui l’azienda regionale ha gestito la questione. «È dall’ottobre 2020, ossia da quando è cominciato il nuovo anno scolastico, che la faccenda è irrisolta. Nonostante i ripetuti solleciti da parte nostra – precisa Matteo – niente è cambiato. A oggi non esistono le condizioni per viaggiare in sicurezza evitando il contagio e la diffusione del virus. Purtroppo non sono stati messi in campo tutti gli sforzi necessari a garanzia del diritto allo studio per noi liceali, per gli studenti dell’I.I.S. Satta e per quelli dell’I.P.I.A. Amaldi – rimarca –. La ripresa della didattica al 100 per cento implicherebbe un sovraffollamento dei mezzi e quindi il rischio, elevatissimo, di poter essere infettati dal Covid. Per giunta, a utilizzare le vetture sono anche ragazzi con disabilità. Specie sulla tratta Macomer-Sindia. Un percorso sul quale, mesi addietro, si sono verificati spesso disagi. In alcuni giorni si è registrata la totale assenza, ingiustificata, del servizio garantito. Questo ha creato difficoltà agli alunni e alle loro famiglie». La preoccupazione aumenta pure in virtù della campagna vaccinale ora estesa anche alle fasce più giovani della popolazione. L’incremento della frequenza scolastica e i disservizi nei trasporti rischierebbero di far lievitare il numero dei soggetti positivi al coronavirus, bloccando di fatto la somministrazione dei sieri. «Non bisogna dimenticare – conclude Matteo Manca – che qui c’è in gioco non solo la nostra salute, ma quella di intere comunità. Abbiamo sperato fino all’ultimo che ci sarebbe stata garantita la possibilità di tornare normalmente in classe. Purtroppo non è accaduto. In questo frangente, l’azienda regionale dei trasporti non è riuscita a soddisfare le nostre richieste». Sfumata la didattica in presenza al 100 per cento, si arriverà al 12 giugno, ultimo giorno di scuola, ancora a ranghi ridotti.