La Nuova Sardegna

Nuoro

Macomer 13 km di strisce tagliafuoco

di Alessandra Porcu
Macomer 13 km di strisce tagliafuoco

L’intervento della Brigata Sassari per mettere in sicurezza il monte Sant’Antonio

08 giugno 2021
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MACOMER. Tre settimane di lavoro e 13 chilometri di strisce tagliafuoco realizzate. I militari del 5° reggimento genio guastatori della Brigata Sassari dell’Esercito italiano sono scesi in campo per salvaguardare il monte Sant’Antonio dal rischio incendi. Grazie all’opera di uomini e macchine movimento terra, la località tanto cara agli abitanti di Macomer è stata messa in sicurezza. Quella in questione è un’area ad alta densità boschiva che delimita la cittadina del Marghine. La vegetazione tende a diventare molto secca, fattore che aumenta in maniera considerevole le probabilità di innescamento roghi. Le temperature elevate, tipiche della stagione estiva, unite ai forti venti di scirocco o maestrale possono trasformarsi in un mix esplosivo. Un fattore capace di far propagare le fiamme mettendo in pericolo non solo l’habitat naturalistico e il suo ricco patrimonio, ma pure abitazioni e persone. Come ogni anno, dunque, ci si è adoperati per porre in essere azioni mirate capaci di scongiurare qualsiasi tipo di minaccia. Come detto, l’attività dei genieri della “Sassari” ha permesso di manutenere le piste aperte, larghe venti metri, assicurando veri e propri percorsi di sicurezza idonei a evitare una facile propagazione del fuoco. Oltre a rendere più semplice il transito dei mezzi di soccorso in una zona altrimenti inaccessibile, in questi sentieri viene ridotta in maniera considerevole la biomassa bruciabile totale. Così facendo il rogo potrà essere bloccato all’altezza del bordo stradale prima che le fiamme possano espandersi, diventando incontrollabili. Le attività di ampliamento e miglioria delle fasce parafuoco sul monte Sant’Antonio sono ormai un appuntamento annuale per i guastatori dell’Esercito. Rientrano nel quadro di una consolidata sinergia con le istituzioni locali al fine di tutelare la collettività e la salvaguardia del bene collettivo. Ma un impegno in tal senso viene richiesto anche a semplici cittadini e amministrazioni. L’ordinanza comunale 13 del 18 maggio scorso prevede la pulizia di terreni incolti e abbandonati, cortili e giardini. Prescrizioni antincendio che, spesso, non vengono rispettate. Ancora diversi in città gli spazi pubblici e privati in cui erbacce e sterpaglie sono ben visibili. Oltre all’impatto estetico, non certo piacevole, potrebbero diventare zone altamente pericolose per la sicurezza di residenti e non.



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