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Nuoro

Spaccio di marijuana gestito da ragazzini

Spaccio di marijuana gestito da ragazzini

La polizia mette fine a una rete di smercio che coinvolgeva un gruppo di minorenni. Per 12 scattano le misure cautelari 

10 giugno 2021
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NUORO. La Squadra mobile della Questura ha messo fine a una rete di microspaccio di marijuana che coinvolgeva un folto gruppo di minorenni, ragazzi dai quindici ai diciott’anni. Per dodici di loro sono scattate severe misure cautelari richieste dalla Procura presso il tribunale dei minori di Sassari. Per quattro dei giovani finiti sotto accusa scatta così l’obbligo di permanenza in casa, cioè l’equivalente della misura degli arresti domiciliari per gli adulti; altri sei ragazzi sono finiti invece in una comunità terapeutica, dove dovranno comunque adeguarsi a misure rigide sul fronte della libertà personale e degli spostamenti e al contempo intraprendere un percorso di recupero. Ugualmente severe le misure adottate nei confronti di altri due giovani coinvolti: le misure cautelari per loro impongono l’obbligo di mantenere il domicilio nell’abitazione familiare con divieto di uscire dalle ore 21 alle ore 7, ma non potranno frequentare bar, sale da gioco o altri luoghi di ritrovo. Ancora, non potranno frequentare pregiudicati o tossicodipendenti e gli altri indagati, o comunicare con loro; dovranno aderire al progetto educativo predisposto dall’Ufficio di Servizio Sociale Minorile e partecipare a un percorso terapeutico presso il Serd. Gli indagati sono tutti nuoresi e hanno tra i 15 e 18 anni: sono accusati di detenzione e cessione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e, in qualche caso, di estorsione in concorso.

I provvedimenti emessi dal tribunale dei minori di Sassari sono l’epilogo di un’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile nuorese, guidata dal vice questore Silvio Esposito, nel periodo compreso tra l’aprile 2019 e il 2020. Al centro dell’indagine ci sarebbe stata una fiorente attività di spaccio svolta nel capoluogo barbaricino. Un’attività che secondo gli investigatori non ha avuto momenti di pausa neppure nel severo lockdown della primavera dello scorso anno, quando lo spaccio di marijuana è continuato di casa in casa, vista l’impossibilità in alcuni periodi di uscire se non per giustificati motivi. Le consegne a domicilio, o nei paraggi delle abitazioni degli indagati, dunque erano frequenti. Il gruppo comunicava al suo interno attraverso il telefonino, il più delle volte con applicazioni come Whatsapp.

Tre dei dodici ragazzi sono accusati, inoltre, di estorsione per aver costretto i loro coetanei a saldare il proprio debito per l’acquisto della marijuana. L’indagine condotta dalla polizia ha avuto origine, circa un anno e mezzo fa, durante il rinvenimento nel centro storico di sei dosi di sostanza stupefacente tipo marijuana, probabilmente abbandonata dai pusher disturbati dai controlli delle pattuglie della Sezione Volanti. Le successive attività di indagini hanno portato alla scoperta di una rete di giovanissimi. Nel corso del successivo sviluppo investigativo, infatti, gli operatori della Squadra Mobile sono riusciti a delineare «il gruppo di giovani spacciatori che, incessantemente, con frequenza oraria, si sono dimostrati pronti a soddisfare le esigenze dei giovani consumatori, molti in età scolare, e determinati con pericolosa pervicacia a ottenere il provento dello spaccio», come è scritto in una nota della Questura. E ancora: «Le diverse attività tecniche e di investigazione tradizionale nei confronti degli indagati, corroborate da riscontri, hanno fatto emergere lo spessore e l’accreditamento degli stessi agli occhi degli assuntori. Le innumerevoli conversazioni captate hanno consentito di accertare numerosi incontri fugaci con scambi di dosi e denaro».

Per la questura di Nuoro l’operazione ha svelato una vita parallela di ragazzi, che dopo la scuola o gli impegni sportivi si dedicavano a spacciare e a consumare droga, «in un substrato sociale dove sono maturate pericolose situazioni conflittuali» legate appunto allo spaccio. Situazioni che in qualche caso sarebbero finite in risse.

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