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Nuoro

Ventenne in cella per l’attentato

Ventenne in cella per l’attentato

Siniscola, Daniele Efisio Cherchi è accusato dell’esplosione nella villetta dei 2 avvocati. Altri 4 indagati

12 giugno 2021
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NUORO. Ha un volto e un nome il presunto autore dell’attentato che nel marzo dello scorso anno danneggiò a Siniscola l’ingresso dell’abitazione degli avvocati Luciano e Claudio Trubbas. Si chiama Daniele Efisio Cherchi, è disoccupato e ha poco più di vent’anni e adesso si trova in carcere a Badu ’e carros su provvedimento del Gip Claudio Cozzella, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Emanuela Porcu. Ha precedenti: nel febbraio 2020 è stato arrestato ai domiciliari per spaccio di droga in concorso altre nove persone, poi era stato rimesso in libertà. Ora è accusato di minacce, danneggiamento, detenzione e porto di esplosivo in concorso con altre persone. Ci sono infatti altri quattro indagati nell’inchiesta portata avanti per mesi dalla squadra mobile di Nuoro, guidata dal vice questore Silvio Esposito, e dal commissariato di Siniscola. Tra loro c’è anche il padre dell’arrestato, mentre gli altri sarebbero giovani che fanno parte delle cerchia di parenti e amici della famiglia.

Ed è proprio da un episodio che ha visto protagonista uno dei quattro indagati a piede libero che avrebbe origine l’attentato. Nel 2019 il figlio maggiorenne dell’avvocato Luciano Trubbas si imbattè in Cherchi e in uno degli attuali indagati, un giovane suo amico, in un locale di Siniscola. Ne nacque un diverbio, che probabilmente come è stato spiegato dalla polizia in conferenza stampa aveva in qualche modo a che fare con un contrasto su un immobile tra le famiglie Cherchi e Trubbas. La lite rischiò di degenerare però quando l’amico di Cherchi tirò fuori un fucile e lo puntò verso il giovane Trubbas. Ma quello che in una frazione di secondo poteva diventare un episodio gravissimo per fortuna di tutti rimase solo una terribile intimidazione. Cherchi e l’amico abbandonarono i loro propositi e il fattaccio non ebbe seguito. Neppure sul fronte investigativo, perché secondo quanto ha sostenuto la polizia l’episodio non fu denunciato, ma è venuto alla luce nel corso delle indagini. Proprio sulle indagini il capo della Squadra Mobile Esposito ha insistito sulla sostanziale mancanza di collaborazione da parte della popolazione, ed evidentemente delle stesse persone coinvolte, se si esclude una testimonianza che avrebbe indirizzato le indagini sulla pista alla quale poi è approdata.

Per il resto, oltre alle videocamere di sorveglianza, hanno dato una grossa mano d’aiuto le intercettazioni, ambientali e non, disposte dalla procura, che pian piano hanno portato a chiarire la dinamica dei fatti e il suo retroscena. È emerso così quello che per la polizia è un attentato compiuto in concorso tra le varie persone coinvolte: il giovane Cherchi, il padre, l’amico che era con lui la sera della lite, e altre due persone non indicate. E quindi l’individuazione dell’obiettivo, cioè la villetta bifamiliare in centro storico in cui gli avvocati Luciano e Claudio Trubbas, cugini fra loro, abitano con le rispettive famiglie. Confezionato l’esplosivo, una bomba a basso potenziale, era stato collocato all’ingresso della palazzina. E a innestarlo sarebbe stato proprio Daniele Efisio Cherchi. Erano le 23:30 del primo marzo 2020, una settimana prima del lockdown che avrebbe tenuto per due mesi l’Italia ai domiciliari

I danni si erano limitati alla successiva sostituzione della soglia di pietra e del portone di legno massiccio, ma la deflagrazione in piena notte era risuonata in tutto il paese. Gli avvocati Luciano e Claudio Trubbas, professionisti stimati a Siniscola e nel foro di Nuoro in cui operano da anni, avevano ricevuto solidarietà da tutta la Sardegna.

Ora quell’attentato di cui nessuno sembrava capacitarsi ha un movente e un presunto esecutore. (p.me.)

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