La Nuova Sardegna

Nuoro

Usi civici, primo spiraglio per il caso Montelongu

di Sergio Secci
Usi civici, primo spiraglio per il caso Montelongu

Posada. Le nuove norme consentirebbero una via di sbocco ai proprietari di case L’ex sindaco Tola: «Le abitazioni costruite prima del 1985 potrebbero rientrare»

31 luglio 2021
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POSADA. La modifica dell’articolo 3 della Legge 168 del 2017 sugli usi civici, accolta grazie ad un emendamento presentato dal deputato pentastellato Alberto Manca, potrebbe aprire qualche spiraglio per risolvere l’intricata questione del piano di risanamento di Montelongu. È presto per dirlo perché la vicenda è molto intricata e anche il Comune si era dovuto arrendere dopo la sentenza costituzionale sugli usi civici e la Legge sugli usi collettivi del 2017 che poneva il vincolo paesaggistico su questi terreni, mandando in archivio i progetti che il Comune aveva avviato con l’amministrazione di San Teodoro, che in quella zona possiede circa 250 ettari di terreni. Tra le due amministrazioni, si era raggiunto un accordo per risanare la borgata grazie ad uno scambio terreni-volumetria.

Le abitazioni, realizzate nei primi anni settanta, sarebbero state sanate utilizzando circa 40 ettari di San Teodoro che avrebbe ceduto a Posada anche il resto delle terre in cambio di un’area fronte mare con i volumi per edificare un villaggio turistico. La Consulta aveva bloccato tutto e la vecchia amministrazione aveva cercato di percorrere una nuova strada lasciando a Montelongu solo la volumetria per sanare le abitazioni esistenti e spostando i lotti inedificati nella zona di Montigradas.

«Devo approfondire la questione ma a quanto ho letto sinora questi trasferimenti si possono fare soltanto nei piani realizzati sino al 1985», dice l’ex sindaco Roberto Tola che aveva seguito la questione Montelongu. «Noi dovevamo trasferire delle aree e nella borgata ci sono della abitazioni realizzate sugli usi civici. Non è chiaro però se la norm, si potrà applicare ad abitazioni che non hanno ottenuto un titolo concessorio del Comune e che hanno successivamente presentato istanza di condono: la differenza tra noi e per esempio Orosei – conclude Tola – e che in quel caso, tutte le abitazioni sono regolarmente concessionate».

La norma inserita dal governo nel piano di resilienza che da il via libera alle Regioni nelle aree urbanizzate prime del 1985 consente di includere nel trasferimento degli usi civici o nelle permute di terreni quelle aree dove sia stata accertata una irreversibile trasformazione da rendere impossibile il diritto agli usi civici. La condizione è che gli immobili siano stati edificati prima del 1985. Parametro rispettato dalle abitazioni di Montelongu realizzate però senza un piano di lottizzazione e il permesso a costruire del comune. Tutti (o quasi) i proprietari hanno comunque inoltrato istanza di sanatoria con il primo condono del 1984.

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